Un “patto”, ad iniziare dai giovani. Per bloccare nel minor tempo possibile la circolazione di Sars-Cov-2. Questa volta, almeno questa, evitando “un muro contro muro tra posizioni che sono nocive alla causa”. L’alternativa, ne è convinto l’infettivologo Massimo Galli, da cui è partito l’invito alla “alleanza con i giovani” in un’intervista a Ilfattoquotidiano.it, è avere “una parte della popolazione protetta, un’altra riluttante alla vaccinazione e il virus che continua a sottoporci a costi economici e organizzativi”. Adesso che il primo vaccino è qui, in viaggio verso gli hub regionali dove il 27 dicembre inizieranno le prime, seppur simboliche, somministrazioni, si fa sul serio. Da un lato provando a tenere la curva del contagio il più bassa possibile così da non intralciare la campagna vaccinale che partirà nei primi giorni del nuovo anno, dall’altro spiegando in maniera chiara ed efficace l’importanza di dire “sì”, non solo per sé stessi ma per la comunità che oggi festeggia il Natale con oltre 70mila sedie vuote attorno alle tavole. In tanti si sono già detti pronti a farsi il vaccino pubblicamente, da Piero Angela a Pippo Baudo. E l’invito a dire “sì” alla campagna arriva, attraverso il Fatto.it, anche dal mondo dello spettacolo e dello sport, attraverso i volti di Carlo Conti e Giovanni Malagò. Perché come ricorda il conduttore radiofonico Gabriele Corsi essere protetti dal vaccino vorrà dire soddisfare la voglia di abbracciarvi, viaggiare, di andare al cinema, a un concerto”. Senza pensieri.


Il presidente del Coni Giovanni Malagò: “Gli sportivi diano l’esempio, smuoveranno gli altri”

Si partirà da chi è in trincea nelle corsie degli ospedali ormai da quasi un anno. I medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, gli addetti alle pulizie, coloro che hanno combattuto e combattono “a mani nude”. Tra chi è in prima linea lo faranno in tantissimi, stando alle prenotazioni degli scorsi giorni. Non è obbligatorio, ma come ha ricordato il magistrato e giurista Raffaele Guariniello chi non si vaccina rischia grosso, anche da un punto di vista occupazionale in base al Testo unico della Sicurezza sul Lavoro. Insieme ai sanitari, ci saranno gli anziani ospiti delle Rsa, una delle fasce della popolazione che ha pagato il prezzo più alto alla pandemia in termini di vite e di affetti negati negli ultimi dieci mesi. Le prime dosi del siero di Pfizer-Biontech saranno per loro. Ma dispiegheranno pienamente i loro effetti quando la copertura supererà il 70% e quindi proteggerà tutti. Anche chi, a causa di altre malattie, non potrà ricevere il vaccino, ovvero “l’unica arma che abbiamo”, ha ricordato in un video il neurochirurgo Fabio Grassia. Trentaquattro anni, originario della Catania e trapiantato per lavoro a Denver negli Stati Uniti, Grassia nei giorni scorsi è stato uno dei primi italiani a ricevere il siero anti-Covid della Pfizer. Gli effetti collaterali descritti dal medico? Un indolenzimento del braccio, come spesso avviene in caso di vaccinazioni.


Nino Cartabellotta, presidente Gimbe: “Sicuro ed efficace, non ci sono ostacoli”

Che i rischi siano davvero minimi, lo ha certificato anche l’Agenzia italiano del Farmaco nel ‘bugiardino’ con il quale ha chiarito tutti i dubbi in 35 punti: cosa contiene, come agisce, perché la sperimentazione abbreviata non sia affatto sinonimo di minori garanzie. Così l’Italia si attrezza, sperando di riuscire ad arrivare alla copertura minima entro settembre: “L’obiettivo è avere a fine estate, inizio autunno 2021, almeno 42 milioni di vaccinati in Italia, il 70% della popolazione”, ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli a Il Fatto Quotidiano. Salvo sbandamenti, l’ultimo miglio è lungo nove mesi e vedrà tra i protagonisti i “19.400 medici e altri sanitari” che, ha assicurato il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, si sono candidati per vaccinare. In campo, il governo ha intenzione di mettere “tutte le modalità di comunicazione, da quelle tradizionali a quelle più innovative” per spingere la popolazione. Arrivando anche i giovani, da mesi costringe a rinunciare o comprimere la vita scolastica e sociale, tra amici e aperitivi. Anche perché se proteggere gli anziani vorrà dire raffreddare la curva dei decessi, coinvolgere le fasce più giovani, quelle con maggiore vita sociale, si tradurrà in una minore circolazione del virus. Da qui, l’appello all’alleanza del professor Galli, che ha ricordato come durante la pandemia si è spesso data un’immagine dei ragazzi “di incoscienti e sciagurati”, quando invece bisognerebbe essere “meno prescrittivi” e “renderli partecipi di una cultura di prevenzione”. Un’espressione che, dal 27 dicembre, vorrà dire in primis vaccino anti-Covid.


Il conduttore tv Carlo Conti: “Bisogna vaccinarsi, il Covid non è una bischerata”

Per tutto questo, a 48 ore dalle prime somministrazioni, Ilfattoquotidiano.it ha iniziato a raccogliere l’invito a vaccinarsi da parte di personaggi pubblici. Come Carlo Conti, che il Covid-19 l’ha combattuto. E, assicura usando il fiorentino, “non è una bischerata” perché “ti attacca in maniera subdola”. Una “raccomandazione” che arriva anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Vaccinatevi, è fondamentale”. Un “desiderio”, lo chiama il numero uno dello sport italiano che rappresenta tutti gli atleti, ad iniziare dalle giovanili: “Dobbiamo dare l’esempio, per il Paese e per la forza che il vostro messaggio può veicolare nella popolazione”. A chi ha perplessità risponde Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe e tra i più attentati analisti dell’andamento della pandemia: “Bisogna ricordare che le autorità regolatorie sono state chiare su efficacia e sicurezza – dice – I tempi sono stati veloci grazie ai grandi investimenti”. In altre parole: “Non ci sono ostacoli”, sottolinea Cartabellotta ricordando che “meno ci vaccineremo, più lentamente riprenderemo la nostra vita normale”. Il più grande regalo in vista del 2021 che il Paese può farsi, secondo il conduttore radiofonico Gabriele Corsi, membro del Trio Medusa e blogger del Fatto.it, che a marzo ha perso il suocero a causa del Covid: “Non avete voglia di abbracciarvi, viaggiare, di andare al cinema, a un concerto? – si chiede – Allora la risposta alla domanda ‘ti vaccinerai?’, non può che essere sì”.


Gabriele Corsi è conduttore radiofonico e blogger de Ilfattoquotidiano.it: “Così torneremo a viaggiare”

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