“Si tratta dell’unica arma che abbiamo per combattere il Covid-19”. Fabio Grassia, 34 anni, è un neurochirurgo originario di Bronte, in provincia di Catania. Il medico siciliano, trapiantato per lavoro a Denver negli Stati Uniti, nei giorni scorsi è stato uno dei primi italiani a ricevere il vaccino della Pfizer che inibisce il Sars-Cov-2. Un momento storico che ha deciso di immortalare in un video, poi pubblicato su Facebook e Instagram: l’obiettivo è sensibilizzare amici e follower a sottoporsi alle imminenti campagne vaccinali. “L’ho fatto soltanto perché qualcuno mi chiedesse informazioni – racconta il medico al fattoquotidiano.it -. Io sto benissimo, mi alleno ogni giorno e faccio il mio lavoro, compresi gli interventi chirurgici”.

Per ricevere il vaccino, il medico ha fatto una prenotazione tramite app, compilando un questionario specifico, e successivamente è stato convocato nell’auditorium dell’ospedale di Denver. “Mi hanno dato un numero e mi sono accomodato in una postazione fino a quando sono stato chiamato – spiega – La puntura è durata pochi secondi e non ho sentito nulla. L’unico effetto collaterale è stato un po’ di dolore al muscolo ma poi è passato in 24 ore”. Sul tema vaccino inevitabili i riferimenti al mondo dei complottisti. “Non c’è niente di sottocutaneo nella puntura – racconta – non ho idea di come possano sostenere che iniettino un microchip. Viviamo una tragedia a cui non è possibile non credere”.

Il medico siciliano durante il primo lockdown in Italia aveva deciso di lasciare temporaneamente gli Stati Uniti. Soltanto un arrivederci per rispondere a un appello della Regione Lombardia che in quei mesi era alla disperata ricerca di medici e infermieri. Così, il 34enne per qualche mese è stato assunto all’ospedale di Garbagnate Milanese. Conclusa la missione in Italia, è tornato oltreoceano.

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