La pandemia come una guerra. Quante volte abbiamo sentito gli scienziati paragonare la lotta al Covid a battaglie da vincere giorno dopo giorno? Ecco adesso quel paragone ha un senso anche statistico. “Non è ancora finito il 2020, ma una valutazione ragionevole fa pensare che quest’anno supereremo il confine dei 700mila decessi complessivi, che è un valore preoccupante perché una cosa del genere l’ultima volta, in Italia, era successa nel 1944. Eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale”. Il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo illustrai numeri dai quali si deduce quanto peso abbia avuto Sars Cov 2 sulla popolazione italiana durante la trasmissione Agorà su Rai Tre. “Nel 2019 il dato era stato di 647.000 morti”. In Italia per coronavirus è stata superata la soglia di 65mila decessi.

Oggi l’Istat ha diffuso i dati del censimento del 2019. Il risultati dell’analisi statistica è che sono calati i residenti e aumentati gli stranieri e si è ulteriormente innalzata l’età media. Metà della popolazione non è andata oltre l’istruzione delle scuole medie, ma ci sono più occupati e meno inattivi. A fine 2019 – si legge nel documento – i cittadini censiti ammontavano a 59.641.488, circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3%. Un dato che risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59.433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui). Rispetto al 2011, i residenti diminuiscono nell’Italia meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell’Italia centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord. Dal censimento inoltre emerge una vera e propria fuga dal Sud con oltre 400mila residenti in meno rispetto al 2011.

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