Ogni giorno mi viene a noia quello che ho fatto il giorno prima e allora cambio“. Parole di Achille Lauro. Il cantante si è raccontato al Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo nuovo album, 1920: tre inediti, due cover e due riletture di sua canzoni. Un progetto ambizioso: “Sono ossessionato dal creare: vivo da due anni fra studi e cantine, non dormo fino alle 7 del mattino e un giorno mi dirò che avrei dovuto vivere di più. Però con la scrittura mi sono autoanalizzato e curato”. Insomma, la figura di Achille Lauro si arricchisce di particolari vicini alla vita “dell’artista” che sta nell’immaginario di molti, fatta di decadenza e spinta verso la creazione come unica fonte di arricchimento e “guarigione”. La trap, genere che gli ha dato il successo, è solo un ricordo: stavolta è il jazz che compare, come dire “gli antipodi”. Nel disco sarà infatti possibile ascoltare il contributo della Untouchable Jazz Band. Iconico anche grazie alla collaborazione con Alessandro Michele, direttore creativo della maison Gucci, Achille Lauro è un fenomeno certamente di successo ma anche divisivo: si ama, oppure ci si vede qualcosa che si avvicina pericolosamente al marketing.

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