Dal bar in pieno centro antico che espone come fosse una reliquia una ciocca originale dei capelli di Maradona, fino al museo di reperti rari (c’è addirittura il divano di casa dell’argentino) allestito nella propria cantina dal figlio della storica cuoca e governante del Pibe de Oro. Da un lato all’altro della città non c’è un angolo o una strada in cui non ci sia un omaggio all’idolo di tutti i napoletani.

Il Fatto.it ha visitato il bar nei decumani, in pieno centro antico della città in cui il titolare, nel ’90, espose una ciocca di capelli “rubata” dal sediolino dell’aereo su cui aveva viaggiato Maradona di ritorno da Milano. “Sull’aereo c’erano i giocatori del Napoli che tornavano dalla trasferta – ci racconta Bruno Alcidi, titolare del bar – volevo avvicinarmi a Diego per un autografo ma era di cattivo umore e quando è andato via ho notato una ciocca di capelli rimasta impigliata nel sediolino e mi ci sono fiondato. Ho preso la ciocca e l’ho conservata nella bustina di plastica delle sigarette. Una volta tornato a Napoli ho cominciato a esporla in una sorta di bacheca votiva. È iniziato per gioco, ma oggi vengono i turisti a farsi le foto vicino ai capelli di Maradona, siamo diventati una tappa turistica”.

Poco distante, a San Gregorio Armeno, anche la via dei presepi omaggia il suo Campione di sempre. Le botteghe hanno lasciato all’esterno solo le statuine raffiguranti “il dieci”. Uno dei maestri artigiani, Marco Ferrigno appresa la notizia della morte di Diego si è messo a lavoro e ha modellato per l’ultima volta il suo mito. “È stato molto triste ma volevo omaggiarlo così, ho lavorato di getto, volevo ricordarlo con la sua maglia storica, quella degli scudetti – ci racconta Ferrigno – ma anche con due ali, come quelle di un angelo visto che è volato via”.

L’ultima tappa del viaggio ci porta nel periferico quartiere di Miano. Qui ci accoglie Massimo Vignati che ha allestito nella cantina di casa un vero e proprio museo dedicato a Maradona. E non è un museo qualsiasi, perché Massimo è il figlio della governante e cuoca storica di Diego e del custode dello Stadio San Paolo. Nella sua collezione può vantare pezzi rarissimi. Dalle scarpe indossate dal campione argentino, alla panchina dello spogliatoio del vecchio impianto sportivo. Dal contratto che dal Barcellona lo portò al Napoli, fino ai guanti indossati in Coppa Uefa. “Solo per una scarpa sinistra mi hanno offerto 20mila euro – ci dice Massimo Vignati mentre ci illustra con orgoglio il suo museo di famiglia – ma ho sempre rifiutato, qui ho pezzi che se li vendessi potrei vivere di rendita, ma ognuno di questi cimeli per me è un ricordo della mia famiglia e Diego ha fatto parte della nostra famiglia. Tutta questa roba era custodita sotto chiave al San Paolo ma quando è morto mio padre ho portato tutto qui rendendo questi pezzi fruibili a tutti gratuitamente, spero che un giorno venga allestito un vero e proprio museo all’interno dello stadio così da dare a questi pezzi di storia il posto che meritano”.

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