“Ho avuto paura di morire. Andavo a quelle feste per divertirmi e mi sono ritrovata a vivere un inferno“. A parlare è la ragazza di 18 anni che ha denunciato Alberto Genovese per averla violentata e segregata per ore, dopo averla resa incosciente con un mix di droghe. La giovane ha inviato un lungo audio alla trasmissione “Live non è la D’Urso“, su Canale 5, raccontando la sua testimonianza. “In questi giorni, dopo che è uscita la notizia del suo arresto, ho cominciato a leggere tante cose, i miei ricordi si sono fatti sempre più precisi”. La sera del 10 ottobre la ragazza era andata al party nell’attico con vista Duomo, rinominato “Terrazza Sentimento”, insieme ad alcune amiche. Ma da quell’appartamento – come ha denunciato – è riemersa dopo quasi 24 ore, quando è riuscita a scappare in strada, sconvolta e semi svestita. “Quelle ore di paura non si possono neanche immaginare. Ho avuto paura di morire, ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter rivedere più la mia mamma, il mio papà, le mie sorelle, i miei amici”, dice la giovane nell’audio.

“La cosa che mi fa più male è sentire i commenti di queste persone che cercano di darmi una colpa o di giustificare quello che mi è stato fatto. Non ho mai percepito queste feste in Terrazza sentimento come pericolose in nessun modo, non ho mai percepito questo ambiente come viscido. Andavo lì per divertirmi”, aggiunge. Come ha raccontato alla polizia, la 18enne era stata altre due volte a “Terrazza Sentimento” prima del 10 ottobre. Invitata da conoscenti, aveva incontrato anche personaggi famosi: anche per questo, ha detto, non ha mai avvertito il rischio di pericolo.

La giovane, in merito all’attenzione mediatica rivolta alla vicenda, sottolinea: “Penso che manchi tanta sensibilità riguardo all’argomento perché molta gente parla, molta gente specula, molta gente commenta. Mi sono vista dipinta in tanti modi, cosa che comunque non giustificherebbe quello che mi è stato fatto, ma mi infastidisce perché io non sono così. Io, che sono la vittima, mi sono sentita più volte offesa, più volte attaccata ingiustamente perché dopo tutto quello che ho vissuto, quest’ulteriore ‘violenza mediatica’ non penso assolutamente sia giusta”. La ragazza ha rivolto un appello: “In questo momento chiederei un p0′ di umanità a tutti”.

Sulle sue attuali condizioni di salute la diciottenne afferma che “al momento sono in cura con degli psicologi, psichiatri, ho comunque un po’ di persone al mio fianco che mi stanno aiutando”. A causa delle gravi lesioni che aveva sul corpo dopo quella notte, in ospedale le hanno dato 28 giorni di prognosi. “Ci tengo a ribadire che sono debole, fragile e tutto questo odio gratuito nei miei confronti mi fa stare male”.

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