Il centrodestra si spacca (di nuovo) sull’ipotesi di dialogo con il governo. Dopo gli avvicinamenti tra Forza Italia e la maggioranza (e dopo le aperture dello stesso premier Conte), non solo Matteo Salvini ha accusato gli alleati di prestarsi agli “inciuci“, ma il caso è scoppiato anche tra le fila degli azzurri. Tanto che stamattina Silvio Berlusconi ha perso tre deputati che hanno deciso di passare alla Lega: i due deputati alla prima legislatura Federica Zanella e Maurizio Carrara (eletti rispettivamente in Lombardia e Toscana), ma pure Laura Ravetto, ex sottosegretaria del governo Berlusconi e azzurra dal lontano 2006. “Viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al governo e gli ammiccamenti con il Partito democratico“, hanno spiegato. La Ravetto non ha perso tempo e per annunciare ai suoi “la nuova sfida politica” ha pubblicato addirittura su Twitter un selfie con Salvini. Uno strappo destinato però a non restare isolato, soprattutto dopo che l’ex capo politico M5s Luigi Di Maio su Facebook, postando un articolo de Il Mattino del 2018 ha commentato che “oggi come allora” non risponderebbe alle chiamate di Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere dal canto suo, dopo che per tutto il giorno ha mandato avanti i suoi (da Tajani alla Ronzulli), in serata ha diffuso una nota che serve a tutto fuorché abbassare i toni dentro la coalizione. Oltre a ribadire che nell’esecutivo Forza Italia non entrerà, ha anche dichiarato: “I nostri alleati sanno benissimo che senza Forza Italia non avremmo un centrodestra, ma una destra isolata in Italia e in Europa“.

Salvini accusa Berlusconi di prestarsi a “inciuci” con la maggioranza – Che aria tra gli alleati sia molto pesante è stato chiaro fin dal mattino: “L’appello di Mattarella è alla collaborazione, non agli inciuci, rimpasti, al quale vede Renzi, M5s e anche un pezzo di Forza Italia“, ha detto Matteo Salvini a Rtl 102,5. “Non è normale che il Parlamento si occupi per due settimane di decreti sicurezza che non è la priorità del Paese. Se date un colpo di telefono a Zingaretti e Renzi vi ringrazio”. Alla replica che allora si dovrebbe chiamare anche Berlusconi. Salvini ha ribattuto: “Si, per la sua ambiguità, ma il calendario dei lavori li fa la maggioranza”. E ha poi evocato la norma salva Mediaset presente in manovra: “Non voglio poi pensare a scambi di interessi politici e aziendali: Mediaset è una grande azienda con 3500 dipendenti, miliardi di euro di fatturato, va tutelata come tutte le aziende italiane, piccole e grandi, ma non ha bisogno di aiutini, e non voglio nemmeno lontanamente pensare che da questo punto di vista ci possano essere scambi di interessi e di favori, sono convinto che non sia così”.

Berlusconi risponde: “Senza Fi avremmo una destra isolata in Italia e in Europa” – Alle accuse di Salvini, Berlusconi ha risposto in serata con toni altrettanto duri: “I nostri alleati sanno benissimo che senza Forza Italia – e senza le altre forze politiche di centro che rappresentano culture e tradizioni fondamentali nella nostra democrazia come quella democristiana, quella liberale e quella socialista – non avremmo un centro-destra, ma una destra isolata in Italia e in Europa, non in grado né di vincere le elezioni, né di governare il paese, esattamente come avviene in Francia per il Front National”. Quindi Berlusconi ha ribadito di non voler entrare nel governo: “Forza Italia non ha ovviamente alcuna intenzione di partecipare a maggioranze o governi con forze politiche incompatibili, ma sente il profondo dovere di assumersi le responsabilità verso la Nazione che derivano dal momento gravissimo che l’Italia sta attraversando, la peggiore crisi sanitaria ed economica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”. E, ha concluso: “Questo assumersi le responsabilità “non ha nulla a che fare con manovre di palazzo, con quello che spesso ho definito ‘teatrino della politica’. Trovo offensivo non verso di noi, ma verso il paese che soffre, discutere di questo mentre tanti italiani rischiano di non potere essere curati, tanti altri italiani rischiano di perdere il lavoro, di chiudere l’azienda, di veder sfumare un’attività costruita in tanti anni di sacrifici, in molti casi addirittura di non sapere come sopravvivere”. Il primo a replicare a Salvini era stato in tarda mattinata il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani: “Forza Italia è e rimarrà all’opposizione”, ha scritto su Twitter. “Non è un inciucio cercare di far approvare proposte concrete per tutelare lavoratori, imprese, famiglie e liberi professionisti. E garantire la salute degli italiani utilizzando i 37 miliardi del Mes . Si tratta soltanto di buon senso e di senso di responsabilità per tutelare i diritti dei cittadini”.

L’addio dei tre berlusconiani: “Siamo a disagio per gli ammiccamenti con il Partito democratico” – Ma se Tajani sminuisce la questione, dentro Fi la tensione rimane alta. “Abbiamo deciso di impegnarci in politica, in tempi e modi diversi, convinti che i valori e i programmi del centrodestra siano la risposta giusta per il Paese”, si legge nella nota firmata da Ravetto, Zanella e Carrara. “Ringraziamo Silvio Berlusconi per averci dato la possibilità di tradurre le nostre competenze e il nostro ‘sentire’ in azioni politiche concrete. In qualità di eletti su collegi uninominali con i voti di tutto il centrodestra tuttavia viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al Governo e gli ammiccamenti con il Partito democratico. Prendiamo atto che Forza Italia ha altresì perso quella forza propulsiva che l’aveva portata ad essere luogo di aggregazione per tutto il centrodestra e riteniamo che quel luogo di aggregazione sia oggi rappresentato dalla Lega di Matteo Salvini che crediamo possa essere il miglior interprete di quella rivoluzione liberale i cui valori sono più che mai attuali e necessari, nonché il Partito con cui meglio portare avanti con coerenza quel programma unitario su cui abbiamo ‘messo la faccia’ in campagna elettorale, e che non vogliamo tradire. Per tutti questi motivi aderiamo convintamente al gruppo della Lega certi che, in tale gruppo, ci verrà data la possibilità di continuare a portare avanti al meglio le battaglie politiche in cui abbiamo sempre creduto e che ci hanno caratterizzati in aula e sui territori”.

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