Un vasto incendio è divampato, in più punti, su uno dei nastri trasportatori dell‘ex Ilva di Taranto. Il rogo si è sviluppato nell’area compresa tra la cokeria e gli altiforni dello stabilimento ArcelorMittal nella serata di domenica provocando la fuoriuscita di un denso fumo nero visibile anche dalla città. A quanto apprende l’Ansa non ci sono al momento feriti. L’allarme ha riproposto problemi già noti, come quelli della sicurezza all’interno del siderurgico.

Nelle immagini, diffuse dai canali social dell’attivista Luciano Manna, si vede il rogo da molto vicino. Nessun commento invece da parte dell’azienda. “Basta lavorare in queste condizioni, ne va della nostra vita” ha commentato il sindacato Flmu Cub, secondo il quale gli operai sono costretti a “operare ogni giorno su impianti fatiscenti e a rischio come questo”. Per il movimento ambientalista Tamburi Combattenti, “oggi è andata, domani chissà. Un fumo denso e carico di inquinanti si è riversato sul rione Tamburi ad orario di cena. Ha bussato alle nostre finestre, si è intromesso tra noi ed i nostri cari invadendo la nostra intimità. Un virus come il Covid-19 è possibile evitarlo stando attenti. La scelta è nostra. L’ex Ilva, invece, ci obbliga ad ammalarci e a morire prematuramente o a scappare dalle nostre case e dalle nostre radici”. Mentre l’associazione Giustizia per Taranto parla di “una vergogna senza fine. Mentre nel dibattito politico si parla di industria green, Ilva rimane un gigantesco impianto fatiscente, inquinante e pericoloso”.

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