A poche ore dall‘arrivo dei primi aiuti previsti dal decreto Ristori sui conti correnti di 211mila attività, il Movimento 5 Stelle spinge perché si faccia di più. “Pensiamo che nelle prossime settimane, a breve, vada fatto un passo in più, per aiutare altre attività che non sono state chiuse con il Dpcm ma che stanno subendo lo stesso forti cali del fatturato. Su di loro stiamo pensando a una misura che possa dare un ristoro”, ha detto ai microfoni di Radio 24 la vice ministra dell’Economia Laura Castelli. “È un momento delicato, aver scelto di differenziare aperture e chiusure, di non chiudere tutto, ci deve far pensare anche a soluzioni nuove. Di fronte a situazioni straordinarie vanno immaginate soluzioni straordinarie, è quello che stiamo facendo”.

I portavoce del Movimento in commissione Bilancio alla Camera hanno subito appoggiato la proposta, che richiede però ovviamente maggiori risorse e dunque, probabilmente, un nuovo scostamento di bilancio. Per stare nei limiti dei fondi già stanziati ma inutilizzati per altre misure, infatti, i risarcimenti del decreto Ristori e di quello “bis” approvato dopo il dpcm che ha diviso l’Italia in tre zone sono stati limitati a una lista di attività individuate attraverso i codici Ateco: quelle chiuse o fermate dai nuovi provvedimenti anti contagio. Nell’elenco non compaiono dunque librerie, cartolerie, negozi di articoli sportivi, parrucchieri e tutti gli altri esercizi che possono rimanere aperti anche nelle zone rosse. Anche se molti potrebbero subire comunque un calo del giro di affari.

Nei giorni scorsi era stato Vincenzo Presutto (M5S), relatore al Senato del Dl Ristori che è in corso d’esame nelle Commissione Bilancio e Finanze riunite, ad anticipare un’estensione della platea dei beneficiari aggiungendo inoltre che ” siamo perfettamente consapevoli che pregiudizi economici ricadranno non solo sulle attività chiuse in conseguenza delle restrizioni, ma anche sulle attività che, sebbene ancora aperte, lavorano principalmente proprio con i settori bloccati. Stiamo lavorando quindi per estendere i ristori anche a categorie come i fotografi, le lavanderie industriali e altre ancora. Ci sarà massima attenzione per centri commerciali e musei”.

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