È scontro a distanza tra la dirigente dell’ufficio scolastico regionale della Puglia, Anna Cammalleri e il governatore Michele Emiliano. La scelta di chiudere tutte le scuole, dalla primaria alle superiori, ha mandato su tutte le furie la numero uno dell’Usr. Cammalleri non è tipo da esternare le sue emozioni e i suoi giudizi ma dietro la compostezza istituzionale non nasconde il malessere per una decisione non condivisa: “Il provvedimento è stato preso in totale autonomia dalla Regione”. Un fulmine a ciel sereno per la dirigente dell’ufficio scolastico visto che fino a sabato scorso la Regione aveva optato per la didattica a distanza solo per le ultime tre classi delle superiori per almeno il 75% delle lezioni.

Anna Cammalleri non poteva immaginare di ritrovarsi in mano una nuova ordinanza, emanata nel giro di poche ore e senza esser stata consultata: “Sono un’istituzione dello Stato, se mi avessero interpellato ci sarebbe un riferimento nelle premesse del provvedimento”. Nessuna telefonata. Nessuna riunione. Nessuna volontà di condividere con chi dirige la scuola in Puglia una scelta determinante come quella presa: “Le ripeto, sono un organo del ministero della Repubblica. Le interlocuzioni con me avvengono solo sul piano formale e non ci sono state”. Cammalleri è stupita dell’atteggiamento del governatore ma non va oltre il burocratese: “Sono una persona rigorosa. Le valutazioni le faccio solo nei provvedimento che prendo. Le posso dire, tuttavia, che stamattina (ndr ieri) ho convocato il tavolo regionale sul “Piano Scuola” che si è chiuso con l’impegno da parte dell’assessore regionale all’Istruzione Sebastiano Leo di riservarsi un confronto con Emiliano sulle riflessioni emerse”.

La trattativa, insomma, è affidata a Leo che ieri si è celato dietro un significativo silenzio stampa. Interpellato per tutta la giornata da ilfattoquotidiano.it non ha risposto al telefono e ad alcun messaggio. Dura, invece, la posizione dei sindacati, in particolare della Cisl Scuola regionale: “L’ordinanza – spiega il segretario Roberto Calienno – è stata sbagliata sia nel metodo che nel merito. È stata emanata senza consultarci. Ora ci siamo appellati all’assessore all’istruzione: va modificata. Non è accettabile che si continui ad agire per ordinanze”. La Cisl ha chiesto chiarimenti anche in merito alla frequenza dei diversamente abili, all’ ingresso obbligatorio per l’uso dei laboratori solo a partire dalle ore 9, alla frequenza nei serali nei Cpia, nei convitti e semiconvitti, all’attività di insegnamento svolta dai docenti di strumento musicale. “Abbiamo evidenziato – specifica Calienno – che l’ordinanza presenta diverse contraddizioni. È assurdo far continuare la frequenza alla scuola dell’infanzia tenuto conto che in questo ordine di scuola il contatto fisico tra docente ed alunno è continuo ed imprescindibile mentre invece risulta abbastanza complicato svolgere la didattica digitale integrata con gli alunni della scuola primaria, specie con quelli del primo del secondo anno”.

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