Il 18enne Abdoullakh Anzorov aveva chiesto a due studenti di 14 e 15 anni chi fosse Samuel Paty, l’insegnante che ha poi decapitato in strada a Parigi perché aveva mostrato caricature di Maometto in classe. I due gliel’hanno indicato in cambio di una “somma di 300 o 350 euro”. È quanto ha dichiarato il procuratore antiterrorismo Jean-Francois Ricard, secondo cui Anzorov avrebbe inoltre comunicato ai due minorenni l’intenzione di “filmare”, “umiliare e picchiare” l’insegnante, “costringendolo a chiedere perdono” per aver mostrato le caricature di Charlie Hebdo. I due ragazzi sono tra le sette persone comparse davanti alla giustizia ieri per le accuse di “complicità in omicidio terroristico” e “cospirazione criminale”.

“Oggi è chiaro che il prof è stato designato per nome come obiettivo sui social network”, ha detto il procuratore, in un particolare riferimento a Brahim C, il padre di un’alunna che pubblicò il video di protesta contro l’insegnante e un militante islamista, Abdelhakim Sefrioui. Gli inquirenti si interessano agli scambi telefonici tra Brahim C, e l’assalitore. Secondo fonti citate da BFM-TV, quest’ultimo avrebbe comunicato “tre volte per telefono o attraverso messaggi sullo smartphone” con il diciottenne attentatore. Durante il fermo, il padre ha detto di non ricordarsi di questi scambi e di aver ricevuto tante telefonate dopo la pubblicazione del video su Youtube. Ha inoltre assicurato di non essere mai stato a conoscenza del progetto di attentato contro l’insegnante di cui oggi si è celebrato l’omaggio nazionale.

I sospettati – “L’indagine ha stabilito che l’autore conosceva il nome dell’insegnante, della scuola e il suo indirizzo, ma non era in grado di identificarlo” e “ha potuto farlo solo con l’aiuto di studenti della stessa scuola”, ha detto. “Ecco il motivo per cui l’ufficio della procura antiterrorismo ha deciso di processare i due minorenni il cui coinvolgimento nell’identificazione della vittima è stata determinante”. Tra i sospettati ci sono il padre della studentessa il quale ha pubblicato sui social media la mobilitazione contro il docente, un attivista islamista che ha aiutato l’uomo a diffondere messaggi d’odio, fornendo il nome di Paty e l’indirizzo della scuola, ha spiegato il procuratore. Altri due uomini sono accusati di aver aiutato l’assassino accompagnandolo a comprare armi, tra cui un coltello e un’arma Airsoft ritrovate vicino al cadavere dell’assalitore. Un atro sospetto aveva avuto contatti stretti con il killer e appoggiato l’islamismo radicale.

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