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Nudi, Giuseppe Cruciani racconta “il sesso degli italiani” in un libro. Ed è subito Guida Michelin della copula

Gli "zanzarosi" capiranno al volo “di che stiamo parlando”. Perché è dentro al contenitore giubilante dadaista di Radio24 che questa raccolta di testimonianze reali nasce, si sviluppa e si accoppia con il titillare delle fantasie più zozze dell’ascoltatore

di Davide Turrini

La nerchia, i pompini, l’anal&l’oral, lo squirting, le escort, i bordelli, “i malati di figa”. Straborda di sesso, copule, ammassi di corpi, fluidi, liquidi, umori dell’umano vivere e pulsare, oltre le 472 pagine, Nudi (La Nave di Teseo), il memoir socio-antropologico di Giuseppe Cruciani. I “zanzarosi” capiranno al volo “di che stiamo parlando”. Perché è dentro al contenitore giubilante dadaista di Radio24 che questa raccolta di testimonianze reali nasce, si sviluppa e si accoppia con il titillare delle fantasie più zozze dell’ascoltatore della cosiddetta radio di Confindustria, assurta a boudoir di un eros recondito, spintissimo, vivo e sporcaccione confessato in diretta.

Intanto la struttura del tomo è quella di un flusso di coscienza popolar sessuale suddivisa per temi/capitoli come fosse una griglia di categorie da home page di Pornhub, a loro volta composti da chiacchierate radiofoniche trascritte o da incontri di Cruciani con testimoni colti sul fallo. Ed è proprio dall’attività investigativa dell’autore, instancabile nevvero, che si apre il volumone con quello che deve essere non soltanto teoria del nostro, ma aurea pratica: lo scambismo intriso di cuckhold. Spieghiamo, se serve, anche se spieghicchia anche Cruciani nel testo con vocabolarietti appena accennati di pratiche e situazioni desunte dal mondo del porno (Giuseppe qualcosina in più nella sezione abbecedario ce la potevi pure regalare). Il cuckold (attivo o passivo e pure cleaner) è il marito cornuto che spesso guarda la propria moglie mentre viene “scopata” da un terzo incomodo in verità molto comodo e richiesto. Una variante possibile del pecoreccio scambismo – spesso lo scambio non è sempre speculare – tanto in voga nei secoli dei secoli, diventato negli ultimi decenni epifania nazionalpopolare tra parcheggi, ville di campagna e tavernette.

Cruciani pigia l’acceleratore su questo, gli dedica, tra un’infinità di sfumature del sesso, una larga e fittissima fetta di inizio libro con testimonianze dirette dove emerge l’esuberanza a 360 gradi della donna e un uomo contemporaneo spesso impotente e passivo. Sarà. Notazione sociologica a margine, Nudi è proprio quello che promette nel titolo: i testimoni si spogliano di mille e una sovrastrutture culturali e innaffiano il lettore di un bagaglio esperienziale che talvolta rischia di sovrastare ascissa e ordinata professionale dell’amico Rocco Siffredi. Passi quindi il sempiterno desiderio della prostituzione legalizzata (l’autore fa pure un pippone che nemmeno Pannella per la cannabis) con relativo codazzo di escort (segnato sul taccuino Jessica di Bologna, prima commessa a 900 euro al mese poi ora milionaria, anche se online non la troviamo …), ma è nella scoperta dello squirting che Cruciani mostra la lacrima facile e sincera dell’emozione e in un raro capitolo autobiografico mostra doti letterarie che avrebbero fatto concorrenza al D’Annunzio de La pioggia nel pineto.

Insomma, Nudi assurge a sincero comizio d’amore 2020, confessionale da Grande Fratello per una gang bang, guida Michelin dei bukkake a cinque stelle. Con una fellatio finale di Cruciani a Roberto D’Agostino da commozione. E una domanda sincera: ma David Parenzo, al di là di strategie comunicative impagabili, studiate a tavolino nei dettagli, quando si parla di sessualità diffusa è davvero così come risulta anche in Nudi?

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