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Evasione fiscale, il giudizio della Cassazione sul ricorso di Tiziano Ferro: “Chi è famoso deve avere più senso dell’etica”

Il cantautore si è visto respingere quasi integralmente il ricorso nell'ambito degli accertamenti fiscali scattati per aver trasferito la residenza fiscale nel Regno Unito tra il 2006 e il 2008. Tiziano Ferro era stato assolto penalmente “per non aver commesso il fatto” dal Tribunale di Latina del dicembre 2017, tre anni dopo il giudizio della Suprema Corte sull'aspetto delle sanzioni tributarie

di F. Q.

La Corte di Cassazione ha respinto quasi integralmente il ricorso di Tiziano Ferro nell’ambito degli accertamenti fiscali scattati per aver trasferito la residenza fiscale nel Regno Unito tra il 2006 e il 2008. Lo riporta Il Sole 24 ore. Il cantautore di Latina era stato assolto penalmente “per non aver commesso il fatto” dal Tribunale di Latina del dicembre 2017, ora è arrivato il giudizio della Suprema Corte sull’aspetto delle sanzioni tributarie.

Di fatto la Cassazione “conferma la natura fittizia del trasferimento della residenza fiscale” e confermerebbe così l’evasione fiscale per un paio di annualità determinate da alcuni fattori “dalla natura dolosa del comportamento, all’assenza di condotte finalizzate ad eliminare gli effetti dell’evasione fiscale”. Nonostante tutto sono stati accolti “alcuni punti il ricorso” del cantautore. Infine per i giudici Cassazione “Tiziano Ferro ha un elevato livello economico e culturale, è certamente un personaggio famoso nel mondo della musica e dunque in possesso degli strumenti necessari per valutare la giustezza di un determinato comportamento”. Un chiaro monito per i personaggi pubblici ad avere una condotta etica più giusta.

Già nel dicembre 2017 l’artista è stato assolto nel processo perché il fatto non sussiste. La vicenda sarebbe cominciata nell’estate 2009, quando Tiziano Ferro ha trasferito la sua residenza a Manchester, in Inghilterra. Il Fisco italiano aveva avuto sospetti sul cambio di residenza, e nel 2011 erano stati fatti dei controlli. L’accusa aveva chiesto la condanna ad un anno. La Procura lo accusava di di un’evasione fiscale da oltre 3 milioni di euro. L’avvocato di Ferro, Giulia Bongiorno, aveva dimostrato che la residenza in Gran Bretagna non era assolutamente fittizia, ma reale, producendo ampia documentazione.

Sono sempre stato zitto. Sopportando in silenzio i giudizi e le offese di sciacalli e avvoltoi che mi si scagliavano contro, senza neanche chiedersi davvero quale fosse la verità. – aveva commentato Ferro su Facebook nel 2017 – Ho avuto la fortuna di potermi difendere, al contrario di tante persone che sono state perseguitate fino a crollare. Il mio pensiero va a loro. Questa però la dedico a chi mi è stato accanto”.

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