Qualche decina di attivisti della Rete No Tav Roma ha protestato di fronte all’ingresso del ministero della Giustizia per chiedere la liberazione di Dana Lauriola, la portavoce del movimento arrestata lo scorso 16 settembre in Valsusa e trasferita al carcere delle Vallette a Torino, dopo che il tribunale di Torino aveva respinto la richiesta di misure alternative. Lauriola deve scontare una condanna definitiva a due anni per una protesta del 3 marzo 2012: in quella occasione gli attivisti occuparono l’area del casello autostradale di Avigliana facendo passare gli automobilisti senza pagare il pedaggio.
“Lauriola è in carcere per le proprie idee. Questo non può avvenire in un Paese come l’Italia, in uno Stato di diritto. È un qualcosa degno di un regime dittatoriale. Le misure alternative le sono state negate per aver continuato il suo impegno nella lotta No Tav e aver deciso di vivere a Bussoleno”, hanno protestato gli attivisti, riuniti sotto il ministero con striscioni e simbolici megafoni di cartone. Per poi attaccare il Movimento 5 Stelle e il Guardasigilli, Alfonso Bonafede: “Hanno usato la lotta in campagna elettorale. Ora non soltanto accettano che si continuino i lavori e che venga destinato per questo obiettivo una parte del denaro del Recovery Fund. Ma non fanno nulla contro la persecuzione giudiziaria subita da Dana e da tanti attivisti. Possono solo vergognarsi”.
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