L’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto è ragionevole, anche se “basterebbe un po’ di buonsenso”. Sicuramente va indossata quando si è in vicinanza di altre persone, ma “se si è da soli non serve”. A dirlo è l’infettivologo Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e professore all’Università statale, che in un’intervista al Corriere della Sera, Galli commenta i provvedimenti previsti dal nuovo Dpcm. Galli ha appena ricevuto una candidatura per l’Ambrogino d’oro, il premio del Comune di Milano, per la sua attività in prima linea nell’emergenza Covid.

L’ipotesi nel nuovo Dpcm di un’eventuale chiusura di ristoranti e bar alle 23 “sarebbe un segnale forte e utile nella direzione di un controllo della movida”, dice l’infettivologo. Quello che non bisogna dimenticare è che altri Paesi, come Francia, Spagna e Regno Unito, che sono stati più tolleranti, ora stanno pagando le conseguenze di comportamenti disinvolti. “L’estate è stata troppo vivace in tutta Europa e il contagio si è rianimato: i giovani contagiati hanno trasmesso il virus ai meno giovani”, ricorda Galli. Bisogna stare in allarme, perché rispetto a 10 giorni fa “le richieste di ricovero stanno leggermente aumentando, sia come numero sia come gravità della malattia”.

All’infettivologo non piace parlare di seconda ondata, “per scaramanzia“, ma “è certo che stiamo vivendo una ripresa del virus”. La seconda ondata arriverà se si ripresenterà un “nuovo focolaio senza controllo”. Ma un secondo lockdown è “assolutamente da evitare” per le implicazioni negative che avrebbe sull’economia del Paese. Per quanto riguarda la riapertura delle scuole il numero delle infezioni per ora è limitato. I focolai che si riscontrano nelle scuole superiori “sono riferibili alle attività dei ragazzi nelle ore extra-scolastiche“. Proprio per questo, secondo Galli, è importante coinvolgere i giovani nella battaglia contro il Covid e renderli consapevoli. “Non deve essere in alcun modo favorito un atteggiamento trasgressivo. I giovani devono essere protagonisti di una cultura della responsabilità per uscire da questa palude. Come contro l’Hiv“.

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