“I 2548 casi odierni di positivi in Italia? E’ un dato di fatto che i timori di molti di noi che hanno continuato a fare le Cassandre, a fare i rompiscatole e a dire che dobbiamo stare attenti si stanno concretizzando. Mi auguro sinceramente che questa concretizzazione dei timori sia parziale e che i prossimi giorni non ci portino cattive notizie”. Sono le parole pronunciate a “Otto e mezzo” (La7) da Massimo Galli, primario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
L’infettivologo spiega: “Non possiamo ancora dire quanto incida la riapertura delle scuole, ma temo che questo dato sia ancora la conseguenza del rimescolamento di carte che c’è stato dopo un’estate piuttosto avventurosa da parte di una parte della nostra popolazione, che ha pensato di essersi lasciata alle spalle una brutta esperienza. Non possiamo dire che si mette bene. Io mi auguro che ci si fermi prima delle soglie di Francia, Spagna e Gran Bretagna, che implicano determinate decisioni e dolorose chiusure”.
Galli poi si sofferma sul prolungamento dello stato d’emergenza italiano fino al 31 gennaio: “Lo stato di emergenza in una situazione di questo genere è assolutamente legittimo. Se poi però, durante lo stato di emergenza, si aprono le discoteche o si indicono elezioni, allora probabilmente non è più tanto stato di emergenza. Mi scusi se sono brutalmente franco, anche a cose fatte. Ma determinati segnali non sono consoni a uno stato di emergenza vero – conclude – che dovrebbe mantenere le attività indispensabili per il funzionamento del paese. Le elezioni lo sono, per carità, ma non in tutti i loro aspetti. La scuola lo è. Ma se vogliamo parlare di stato di emergenza, visto che le cose stanno volgendo in questo modo, vale la pena di rendersi conto che l’emergenza è emergenza, non emergenza un po’ sì e un po’ no“.
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