Erano andati a cercare stupefacenti, ma hanno invece trovato un violino ‘Nicolò Amati del 1675’ rubato nel 2005 in Giappone. È la scoperta che gli agenti della sezione antidroga della squadra mobile di Parma hanno fatto in una casa della città. Nell’aprile del 2019 gli agenti avevano fatto irruzione nell’abitazione di un 48enne originario del reggino, con diversi precedenti per droga. Nelle stanze occupate dall’uomo ad attirare l’attenzione dei poliziotti è stato però subito un violino, nascosto sotto al letto. Oltre allo strumento (privo di archetto) c’erano anche vecchie corde di ricambio con etichette in giapponese e il biglietto da visita di un commerciante di archi da violino cremonese. Il 48enne, nel tentativo di giustificare la presenza dello strumento, ha riferito di averlo ricevuto da sua cognata (una sudamericana residente a Bogotà) a cui sarebbe stato donato dalla nonna che, a sua volta, lo avrebbe acquistato in un banco dei pegni in Colombia. Ma già dai primi riscontri i poliziotti hanno potuto verificare che quel violino aveva tutt’altra provenienza.

Solo dopo mesi di ricerche, la verità. Navigando sul web a caccia di indizi, gli inquirenti sono entrati in un sito internet dedicato all’arte liutaia e qui hanno rintracciato la segnalazione di un violino rubato nel 2005 in Giappone: un ‘Nicolò Amati del 1675’. Le indicazioni sullo strumento trafugato e le descrizioni dello stesso all’interno di questo articolo corrispondevano con quanto riportato su una vecchia targhetta nella cassa del violino sequestrato ‘Nicolaus Amatus Cremonen Hieronymi Fil., ac Antonij Nepos Fecit, 1675’.
Per la verifica finale la pm Emanuela Podda si è affidata al noto liutaio cremonese Simeone Morassi che con una perizia tecnica ha potuto accertare che si trattava proprio di quel violino. Nella stessa indagine sono spuntati anche due archetti che il 48enne aveva portato in un laboratorio cremonese per una prima stima, anche loro rubati in Giappone. Il 48enne è indagato per ricettazione anche se, attualmente irreperibile sul territorio nazionale. Il prezioso strumento è invece tuttora sotto sequestro in attesa della restituzione alla legittima proprietaria.

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