La temperatura degli alunni segnata sul diario, o su un apposito modulo ogni mattina e poi al docente il compito di controllarla: lo prevede l’ordinanza regionale che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha stilato in vista del 14 settembre, giorno in cui riaprono le scuole.

Il documento “raccomanda” agli istituti di misurare la febbre prima dell’ingresso: se non fosse possibile, il personale scolastico dovrà ritirare la certificazione compilata al mattino dalle famiglie, così da dimostrare che il figlio sta bene. La misura è obbligatoria perché “un bimbo a scuola con la febbre – sottolinea il governatore – è un rischio enorme, per lui, per gli altri bambini e per tutto il personale. E questo non lo possiamo permettere”.

Il Piemonte è tra le Regioni che riaprirà le scuole il 14, mentre altre hanno deciso di aspettare per assicurarsi di ripartire in sicurezza. “Il fatto che altre Regioni stiano facendo scelte differenti significa che il nostro territorio ha lavorato bene, quindi lunedì si parte”, assicura Cirio, nonostante il braccio di ferro degli ultimi giorni proprio sulla misurazione della temperatura. “La scelta di dare alle famiglie la responsabilità di misurare la temperatura agli studenti è stata fatta dal Governo, ma il Piemonte ritiene che un elemento così delicato e importante non possa essere lasciato alla sensibilità delle singole famiglie”, spiega Cirio. Per questo è stata introdotto l’obbligo di verifica.

Per sostenere le scuole nell’acquisto di termometri e termoscanner, la Regione ha stanziato nei giorni scorsi mezzo milione di euro. Perché “lo Stato avrebbe dovuto dotare gli istituti di strumenti idonei – osserva ancora il governatore – ma sabbiamo che così non è stato…”. Le linee guida per la ripartenza della scuola, che il Piemonte ha condiviso con medici, pediatri e con il sistema sanitario territoriale prevedono anche hot spot pediatrici in ogni Asl, per dare agli studenti una corsia esclusiva di accesso ai tamponi, che saranno processati in via prioritaria dai 27 laboratori allestiti dall’inizio dell’emergenza in Piemonte.

“Dopo quasi sei mesi di sosta, si torna in classe. Dipende da noi far tornare tutto alla normalità”, conclude Cirio.

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