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Il dj Joe T Vannelli: “Non un caso che le discoteche siano state chiuse dopo Ferragosto. Bisognava fare i tamponi all’ingresso, come in aeroporto”

Il dj - che conosce bene questo mondo dal 1977 - espone il suo punto di vista a ilfattoquotidiano.it: "I grossi organizzatori di concerti hanno dovuto fermarsi, mentre i locali hanno aperto e sforato le capienze incorrendo nelle sanzioni. Però bisogna aiutare il settore, in crisi già da anni"

di Andrea Conti

Joe T Vannelli è uno dei disc jockey e produttori più importanti e famosi in Italia e all’estero, con la sua musica house ed elettronica ha animato moltissime serate in discoteca. Giuseppe Troccoli, questo il suo vero nome, conosce molto bene il mondo delle discoteche, in questi giorni al centro di critiche ferocissime sulla gestione degli assembramenti e poi finite nell’occhio del ciclone dopo la decisione del Governo, il 16 agosto scorso, di chiudere tutto, visti sia l’aumento dei contagi del Covid-19, sia le polemiche sollevate dalle foto e dai video pubblicati dalle piste più famose d’Italia: distanze di sicurezza non rispettate e dell’uso delle mascherine pari a zero.

Da subito il patron di Radio Deejay, Linus, ha posto un interrogativo importante e pesante sulla questione: “I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?”. A Ilfattoquotidiano.it Joe T Vannelli – che conosce bene questo mondo dal 1977 – espone il suo punto di vista per capire meglio quello che è successo e cosa si potrà fare per il settore già in crisi.

Come si è arrivati a questa decisione di chiudere le discoteche, quali le responsabilità?
Dai social e dai telegiornali era chiaro che la situazione in certi locali era fuori norma, credo che la decisione arrivata il 16 agosto da parte del Governo fosse già stata presa a monte, in molti immaginavamo la chiusura dopo Ferragosto. La responsabilità principale è della pandemia, la situazione è molto complessa: la paura di ripiombare in un nuovo lockdown è di tutti, sarebbe un disastro per l’economia e la vita di tutti noi. Il Governo ha dato un ‘contentino’ facendo riaprire alcuni locali per circa un mese e ha fermato le stesse discoteche, che aveva fatto aprire, fino al 7 settembre, quindi per le ultime due settimane di lavoro estivo. Su 3.500 locali italiani solo il 10% ha potuto aprire, e in molti non hanno rispettato le norme.

Condividi il pensiero di Linus che ha puntato il dito su scelte politiche irresponsabili?
Condivido in parte il pensiero di Linus, lui non lavora nei club da diversi anni, purtroppo la situazione in cui vertono i locali da molti anni è andata sempre peggiorando, ma la scelta attuale del Governo la condivido, purché sia volta a contenere i contagi.

È un caso che si sia deciso solo dopo Ferragosto?
No, non è un caso. I locali che i primi di luglio hanno potuto aprire hanno lavorato per un mese e mezzo durante i giorni più redditizi dell’estate.

Cosa si sarebbe potuto fare sin dall’inizio e non si è fatto?
Tamponi a chi entrava in discoteca, come negli aeroporti.

Perché per i concerti ci sono state regole chiare e anche molte privazioni mentre per le discoteche ci si è affidati al buonsenso e a norme poco chiare?
Alcuni cantanti e musicisti hanno fatto concerti, ma a capienze limitate, come puoi organizzare un concerto con palchi, maestranze, strumentazione e cachet vendendo un numero limitato di biglietti ? Lo stesso per le discoteche, le capienze erano indicate intorno al migliaio, come potevano permettersi di coprire i costi di una serata, magari con dj internazionali dai cachet importanti vendendo solo 1000/1500 biglietti? La differenza è che i grossi organizzatori di concerti hanno dovuto fermarsi, mentre i locali hanno aperto e sforato le capienze incorrendo nelle sanzioni e nei fermi imposti dalle autorità.

Un dj o un artista che si è ritrovato in una situazione di assembramento non controllato avrebbe potuto fermare tutto o rifiutare la serata?
Ho ricevuto proposte da locali all’estero e in Italia e il primo pensiero è stato nei confronti della mia famiglia e di me stesso: la paura c’è. Ho accettato di fare una serata in Puglia in un locale sulla spiaggia, c’erano 300 persone e tutti ballavano distanziati, ho lavorato per buona parte della serata con la mascherina, ma a fine serata i fan ti vogliono abbracciare e stringere la mano. Il contatto e il calore del pubblico sono parte integrante del nostro lavoro.

Cosa pensi dello stop di Elettra Lamborghini per le sue ospitate: “Riconosco che non è il momento”?
Elettra Lamborghini il 4 marzo fece un concerto in un centro commerciale in Abruzzo e andò su tutti i giornali: adesso ha giustamente fermato il suo tour, non è il momento adesso e non lo era neppure a marzo. A volte queste dichiarazioni servono più per i giornali e i social.

Il ricorso al Tar delle discoteche è giusto?
Il SILB sta cercando di dare luce al mondo dei locali che da anni verte in una crisi profonda, ricordiamo che già nel 2017 uscì un’inchiesta che raccontava come i locali in Italia, negli ultimi 10 anni, si fossero dimezzati.

Cosa succederà da oggi in poi per il settore? Quali le misure per sostenerlo?
Adesso dobbiamo creare i presupposti per cambiare le regole e le normative dei locali notturni, aiutare la filiera delle discoteche a migliorare il modo di lavorare a maggiore tutela chi ne fa parte. Proporrei una revisione delle imposte sui biglietti di ingresso, una riduzione dell’Iva e agevolazioni reali per i gestori. Il nostro settore non deve essere bistrattato, i locali non sono solo luoghi di perdizione, diamo più spazio alla musica, alla bellezza del club e dell’ambito artistico di dj, ballerini, performers, i club sono sempre stati luoghi in cui nascevano le tendenze, luoghi di sfogo e di svago, purché sia rispettata la sicurezza per tutti.

*Per segnalare situazioni di affollamento in cui non si rispettano le regole di prevenzione dell’epidemia manda il tuo video a “redazioneweb@ilfattoquotidiano.it“. Nella mail scrivi la data del video e il luogo in cui è stato girato

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