Seconda notte di proteste e scontri in Bielorussia, dove migliaia di cittadini affrontano la repressione e scendono in piazza ancora una volta contro il risultato delle presidenziali che hanno riconfermato Lukashenko per il sesto mandato consecutivo. Duemila persone sono state arrestate nelle ultime 24 ore e un dimostrante è morto nella notte: è la prima vittima confermata dal ministero dell’Interno, secondo cui l’uomo intendeva lanciare un ordigno esplosivo, che gli è esploso in mano uccidendolo. Centinaia i feriti, migliaia gli arresti, decine i dispersi: tra loro anche un cronista di una testata indipendente di cui non si hanno più notizie. Nomi che mancano all’appello e che non si sa se siano stati ricoverati o caricati sui furgoni della polizia e portati via. Nella prima notte di scontri – dove sono stati registrati oltre 3mila arresti e il ferimento di 89 persone, tra cui 38 agenti della sicurezza – ong e attivisti avevano riferito di un altro morto tra i manifestanti, che però non è stato confermato dalle autorità. Da oggi tutte le imprese bielorusse sono in sciopero generale a tempo indeterminato per chiedere “il riconoscimento di Svetlana Tikhanovskaya come nuovo presidente, il rilascio di tutti i prigionieri politici e nuove elezioni eque”.

L’Unione europea denuncia che in Bielorussia le elezioni non sono state “né libere né eque” e minaccia sanzioni. In una dichiarazione approvata dai 27 Stati membri, Bruxelles annuncia di voler procedere “a un esame approfondito delle relazioni con la Bielorussia. E si potrebbe, tra l’altro, adottare misure contro i responsabili delle violenze osservate, degli arresti ingiustificati e della falsificazione dei risultati”. Anche la Farnesina in una nota esprime “profonda preoccupazione per la compressione dei principali diritti civili e delle fondamentali libertà democratiche” in atto in Bielorussia. Perciò l’Italia “invita le autorità di Minsk ad avviare al più presto un dialogo con le opposizioni.

Intanto la sfidante dell’ultimo dittatore d’Europa e volto delle opposizioni è scappata in Lituania. “Ho preso una decisione, devo stare con i miei figli“, ha detto la moglie dell’ex candidato estromesso dalle elezioni per volere di Lukashenko, che nelle scorse settimane, dopo avere ricevuto minacce, li aveva mandati in un Paese europeo non specificato. “Non aveva altra scelta, le autorità della Bielorussia l’hanno portata fuori dal Paese. La cosa importante è che è libera e sta bene”, ha detto la sua portavoce Olga Kovalkova. Tikhanovskaya è partita con Maria Moroz, la responsabile della sua campagna elettorale arrestata nei giorni scorsi dalla polizia bielorussa. La partenza di Tikhanovskaya – ha spiegato Kovalkova – “ha reso possibile la liberazione di Maria Moroz, che era un ostaggio in questa situazione”.

Fin dalla chiusura dei seggi la rivale di Lukashenko ha denunciato i brogli, contestando di avere raggiunto solo il 10% delle preferenze a fronte della vittoria “bulgara” dell’eterno presidente di Minsk, che ha accusato Londra e Varsavia di avere orchestrato le proteste. Alla condanna delle violenze da parte dell’Europa e della Germania si uniscono anche gli Stati Uniti, che si sono detti “molto preoccupati” per le elezioni in Bielorussia, “compromesse” da restrizioni ai candidati, ostacoli agli osservatori, repressioni della libertà di stampa e dei manifestanti. E alla luce della seconda notte di scontri, il governo polacco si è detto pronto a fare da mediatore tra il Lukashenko e l’opposizione. “C’è ancora spazio per il dialogo, ma avremo difficoltà a convincere gli altri Paesi occidentali a non imporre sanzioni contro la Bielorussia se la violenta repressione dei dimostranti proseguirà”, ha detto il ministro degli Esteri polacco Jacek Czaputowicz.

Il videomessaggio di Tikhanovskaya – “Ho preso una decisione molto difficile per me stessa, l’ho presa in modo assolutamente indipendente. Né gli amici, né i parenti, né il quartier generale, né Sergei (il marito, ndr) potevano influenzarla”, ha spiegato in un videomessaggio, dopo aver lasciato il Paese e raggiunto la Lituania. Ma secondo i suoi alleati è stato girato mentre era ancora a Minsk in stato di fermo, dunque sotto pressione della polizia. “Pensavo che l’intera campagna mi avesse indurito molto e mi avesse dato così tanta forza da poter sopportare tutto”, dice Tikhanovskaya nel video con una voce molto debole, come riferisce l’emittente Current Time. “So che molti mi capiranno, molti mi condanneranno. E molti odieranno. Ma, sapete, Dio non voglia che dobbiate affrontare la scelta che ho dovuto affrontare io”, ha proseguito. “Quindi, gente, prendetevi cura di voi stessi, per favore. Non una sola vita vale quello che sta succedendo adesso. I bambini sono la cosa più importante nella nostra vita”. In precedenza, Tikhanovskaya aveva dichiarato in un’intervista a Current Time che le autorità bielorusse avevano minacciato di portarle via i figli se avesse continuato a impegnarsi in politica schierandosi contro Lukashenko. Veronika Tsepkalo, sua sostenitrice, ha dichiarato che non aveva dubbi sul fatto che la candidata fosse stata ricattata minacciandola con la vita dei suoi figli e parenti che si trovano in Bielorussia.

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