Televisione

Giovanna Botteri e il “no” della Rai al trasferimento a Bruxelles: “Speravo che il mio curriculum fosse sufficiente”

L’inviata che ha raccontato per la Rai il Covid-19 da Pechino, rivela di aver fatto domanda per lavorare dalla sede di Bruxelles: “Immaginavo che il mio curriculum fosse sufficiente. Ma rispetto le decisioni dell'ad Salini”, spiega con una punta di amarezza

di Andrea Conti

Giovanna Botteri ha raccontato per la Rai nei mesi scorsi tutti gli aggiornamenti da Pechino, città che ha vissuto momenti difficilissimi, come tutta la Cina, legati alla diffusione a macchia d’olio del Covid-19. In questi giorni la storica corrispondente si gode la famiglia e un po’ di relax in Italia. In una lunga intervista a Il Giornale la Botteri rivela di aver chiesto il trasferimento a Bruxelles, ma le cose non sono andate come sperava.

“Sarebbe stata per me una grande sfida. – racconta con una punta di amarezza – Avevo fatto domanda tramite il job posting interno all’azienda. Immaginavo che il mio curriculum fosse sufficiente. Dopo aver coperto i Balcani, il Medio Oriente, l’America e l’Asia, pensavo di raccontare l’Europa in modo diverso. E anche di avvicinarmi a casa. Ma rispetto le decisioni dell’ad Salini. Adesso penso solo a godermi mia figlia e dormire, poi vedremo cosa fare”.

Un riposo necessario dopo aver vissuto attimi di paura in questi mesi. “Ma bisogna tenerla per sé, – conclude – non ti puoi permettere di trasmetterla agli altri, altrimenti quelli che ti guardano cosa possono pensare? Andavo in panico all’inizio, magari avevo qualche linea di febbre e pensavo al peggio, soprattutto di finire in quei lebbrosari dove sono morte chissà quante persone”. Quindi terminate le ferie (e salvo sorprese last minute) Giovanna Botteri tornerà in Cina per raccontare le ultime evoluzioni sul tema Covid-19.

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