Già al momento della divulgazione della sua lettera di addio i media lo davano nella Repubblica Dominicana. Senza la moglie Sofia, rimasta a Madrid. Ma della destinazione di Juan Carlos, re emerito della Spagna sfuggito a seguito delle inchieste per evasione che lo riguardano, non c’è certezza. Lo Stato caraibico in una nota ufficiale ha però dichiarato che “non è entrato sul territorio”. Ma perché tutte le indiscrezioni lo davano in Repubblica dominicana? Il motivo è legato a un nome: Pepe Fanjul, re della canna da zucchero, miliardario, amico e suo lontano parente. È lui che lo avrebbe ospitato nel suo lussuoso resort Casa de Campo, nel comune de La Romana. Intervistato da El Mundo, Fanjul spiega sì di avere “parlato con lui in questi giorni”, ma di non conoscere “i suoi piani. Io penso che nemmeno lui sappia ancora che cosa fare all’estero in questo periodo – ha detto -, ma insisto che in qualunque delle mie proprietà ha tutte le porte aperte. E per lui lo saranno sempre”.

Fanjul precisa di vivere “soprattutto a Palm Beach (Florida) però Juan Carlos sa – afferma – che può venire in qualunque delle mie proprietà, in qualunque Paese, quando vuole”. E riferisce poi di non sapere dove si possa trovare attualmente il re emerito: “Non sono il suo portavoce, sono un amico personale, molto dispiaciuto per la sua situazione”.

Le ipotesi di fuga – Al momento né la famiglia reale, né il governo di Madrid hanno rivelato la destinazione dell’ex monarca, così le speculazioni si sono rincorse su tutta la stampa iberica: alcuni giornali parlano di Repubblica Dominicana, altri di Portogallo, Francia o Italia. A ipotizzare la Repubblica Dominicana è stato il quotidiano Abc, secondo cui il padre del re Felipe ha lasciato la Spagna domenica e, prima di raggiungere il Paese caraibico, avrebbe fatto scalo a Porto, in Portogallo. Anche La Vanguardia parlava di Repubblica Dominicana, ma come destinazione solo temporanea. Secondo El Confidencial, invece, l’82enne Juan Carlos avrebbe scelto il Portogallo, raggiungendo in auto la località di Azeitao, e sarebbe stato accolto dalla famiglia Brito e Cunha-Espirito Santo, con cui mantiene un rapporto fraterno da quando la sua famiglia visse in esilio a Estoril. Altre speculazioni ipotizzano poi la Francia o l’Italia, Paesi vicini in cui il re spagnolo emerito conta su appoggi familiari diretti.

Il declino di un re – Considerato fondamentale per il ripristino della democrazia in Spagna dopo la morte del dittatore Francisco Franco nel 1975, Juan Carlos in anni recenti è stato coinvolto in vari scandali. Nel 2014 ha abdicato in favore del figlio Felipe, perdendo così l’immunità che la Costituzione spagnola gli garantiva. Una decisione arrivata dopo che nell’aprile 2012, a 74 anni, la sua immagine aveva cominciato seriamente ad appannarsi. Allora gli spagnoli, strangolati dalla crisi – scrive El Pais – venivano a sapere che il sovrano si era rotto il bacino cadendo una notte nel bungalow di un resort di lusso da 42mila euro a notte in Botswana, dove era andato a cacciare elefanti insieme alla sua amante, Corinna Larsen, allora 51 anni, e alcuni amici sauditi.

Fu quella la prima di una serie di notizie, ultima delle quali riferita alla rivelazione dei dettagli del suo conto in Svizzera e ai vai e vieni del suo avvocato con valigette piene di denaro. Amaro finale di una vita da riservista, commenta il quotidiano, da quando nel 1948, a 10 anni, fu offerto ‘in ostaggio’ da sua padre in esilio a Francisco Franco. Una educazione solitaria, tra Madrid e la Svizzera, l’accademia militare dove trovò la sua identità nella divisa.

Salito al trono nel 1975, poco dopo la morte di Franco, seppe guadagnarsi l’affetto di gran parte degli spagnoli pur mantenendo un profilo basso, seguendo e incoraggiando i cambiamenti del post dittatura, nonostante i gossip sulle sue numerose amanti. Una parabola che lui stesso, secondo El Pais, avrebbe commentato così a un amico appena tre settimane fa: “Quelli sotto i 40 anni si ricorderanno di me solo come quello di Corinna, dell’elefante e delle valigette piene di soldi. Nessuno poteva pensare a un simile finale”. Dopo l’annuncio della sua fuga, alcuni hanno lanciato appelli per l’abolizione della monarchia: il partito di estrema sinistra Unidas Podemos, membro di minoranza del governo di coalizione, vuole aprire un dibattito pubblico sulla creazione di una Repubblica, ma il partito socialista del premier Pedro Sanchez non ha mostrato interesse a seguire questa linea e ha invece dichiarato il suo sostegno al re Felipe.

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