Le concessioni tra Stato e privati vanno riviste per ridurre le “asimmetrie” che finora hanno favorito i concessionari. A ribadirlo, pochi giorni dopo la decisione del governo su Autostrade di cui Cdp acquisirà la maggioranza, sono il presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, Andrea Camanzi, e il presidente della Camera Roberto Fico, in occasione della Relazione annuale al Parlamento del numero uno dell’authority. E Camanzi, alla richiesta di un commento sulla vicenda Aspi, ha detto che “tutto ciò che va nella direzione di applicare un modello di regolazione economica trasparente consente di girare pagina rispetto alla situazione precedente di squilibrio a favore del concessionario” e “noi apprezziamo tutto ciò che consente di voltare pagina”. Intanto proprio oggi Autostrade per l’Italia ha inviato al Mit l’aggiornamento del Piano Economico Finanziario quinquennale, secondo quanto richiesto dallo stesso ministero.

Camanzi: “Irrisolto il nodo dell’asimmetria, bene che sia tra le priorità del Mit” – “Quando la legge ha rimosso la distinzione tra concessioni autostradali nuove e in essere, è emerso il nodo irrisolto dell’asimmetria che caratterizza i rapporti tra concedente e concessionario”, ha detto Camanzi, rilevando che quella del riesame delle concessioni è la strada giusta: “Abbiamo apprezzato – ha detto – che il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti abbia voluto inserire il riesame complessivo delle convenzioni che regolano i rapporti di concessione tra le priorità politiche”. E anche Fico, che era alla presentazione, è “convinto che occorra procedere con urgenza al riequilibrio del rapporto tra concedente e concessionario nell’interesse pubblico” visto che dal Rapporto emergono “persistenti squilibri“, con riferimento “specificamente al settore delle autostrade”.

“Squilibri rilevati anche da giudici amministrativi e Corte dei Conti” – Dal rapporto dell’authority, aggiunge il presidente della Camera, emergono due profili “che si impongono all’attenzione di Parlamento e del Governo”. “Il primo – sottolinea – consiste nei persistenti squilibri dei rapporti concessori dei quali è parte l’amministrazione pubblica, come dimostrano vicende di attualità nel settore delle autostrade, degli aeroporti e dei servizi di trasporto pubblico locale. Squilibri rilevati, con riferimento specifico al settore delle autostrade, anche in alcune pronunce dei giudici amministrativi nonché nelle conclusioni, lo scorso mese di dicembre, di una specifica indagine della Corte dei Conti, ribadite dalla Corte stessa in una recente audizione presso la Commissione Lavori pubblici del Senato“. Ora serve dare “una più concreta attuazione ai principi della concorrenza, della tutela dei consumatori e dell’efficienza gestionale“. L’altro profilo è “lo sviluppo di un elevato contenzioso innanzi al giudice amministrativo in merito ad alcune decisioni dell’Autorità”, ha detto Fico, sottolineando la necessità di “una riflessione approfondita da parte del legislatore sull’opportunità di rendere più chiare e meno suscettibili di interpretazioni divergenti le norme relative alle competenze dell’Autorità dei trasporti e di altre Autorità indipendenti”.

Il nuovo sistema tariffario unico per riportare la redditività a livelli di mercato – La Relazione ricorda anche come l’Autorità, per effetto del decreto Genova, abbia ora il potere di pronunciarsi con proprio parere anche sugli aggiornamenti e revisioni delle convenzioni autostradali vigenti per verificare l‘applicazione dei nuovi criteri di determinazione delle tariffe mirati a “condurre la redditività delle gestioni a livelli di mercato, a incentivare la realizzazione degli investimenti e a garantire la trasparenza e l’equità dei pedaggi rispetto ai costi”. Anche l’accordo che il governo ha raggiunto con Aspi “prevede che il nuovo Pef (Piano economico finanziario) di Aspi si faccia applicando il modello” tariffario dell’Autorità di regolazione dei trasporti e “noi siamo molto lieti, orgogliosi e contenti di avere in questo senso aiutato a chiarire in che modo debba essere perseguito in modo efficiente la remunerazione degli investimenti”, ha detto Camanzi.

“Sui voucher al posto dei rimborsi vanno applicati regolamenti Ue” – Camanzi ha affrontato anche il nodo del “problematico riconoscimento in via generale della possibilità di erogare voucher in luogo del rimborso del biglietto nel caso di cancellazione del viaggio da parte del vettore: opzione il cui accoglimento è, sulla base dei regolamenti europei, nella esclusiva disponibilità del passeggero“. “Nell’esercizio dei previsti poteri di vigilanza – si legge nella relazione – l’Autorità interverrà per garantire la concreta applicazione dei diritti di fonte europea disapplicando, ove necessario, la norma nazionale in contrasto. Sia nella regolazione ex ante che nell’esercizio dei compiti di sorveglianza sull’applicazione delle norme Ue, abbiamo fatto ricorso a tutti i poteri previsti dalla legge e, in particolare, esercitato quelli di sanzione nei casi in cui non è stato possibile diversamente indurre i vettori a risarcire o compensare il passeggero per la violazione dei suoi diritti”.

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