“Il nostro è un coming out collettivo. Siamo consumatori di cannabis, non siamo degli emarginati e non abbiamo bisogno di nasconderci”. È l’urlo collettivo di un centinaio di persone che si sono riunite in piazza san Babila a Milano, partecipando alla manifestazione #ioConsumo organizzata da Meglio Legale, Radicali Italiani e dall’Associazione Luca Coscioni. Studenti, imprenditori del settore, medici e cittadini che usano la cannabis per motivi differenti. C’è chi come Raffaele la consuma per scopi terapeutici: “Me l’ha prescritta il medico per gestire l’iperattività, ma non sempre è facile reperirla”. Sia per un problema di costi sia per un’offerta limitata. “Bisogna superare il monopolio militare unico che nel corso degli anni ha prodotto quantità gravemente insufficiente come farmaco”, dice il consigliere regionale di +Europa, Michele Usuelli, che ha portato in piazza una piantina. C’è poi chi la usa per scopi ludici. “In totale in Italia sono più di 6 milioni i consumatori di Cannabis – spiegano gli organizzatori – persone normali costrette a nascondersi per il tabù creatosi intorno ad una pianta che in sempre più Paesi del mondo è sinonimo di terapia, impresa e contrasto alle Mafie”. In piazza c’era anche l’assessore alla partecipazione del comune di Milano Lorenzo Liparini: “Non è una questione di diritto allo sballo, ma di diritti civili e ed economici”. Il settore della cannabis è in continua evoluzione nonostante le difficoltà e i rischi per gli imprenditori: “Da un anno sono sotto processo per spaccio, rischio dai sei ai vent’anni di galera – spiega Luca Marola, l’imprenditore che nel 2017 ha fondato una delle più importanti aziende del settore della cannabis light, Easy Joint – l’azione che inizio a fare da oggi è trasformare il mio procedimento in un processo contro il proibizionismo”.

Articolo Precedente

Lazio, parroco si dimette dopo aver celebrato l’unione civile di due donne in Comune. Ma in paese stanno con il don: “Un gesto bellissimo”

next
Articolo Successivo

Sindacati militari, primo ok dell’Aula. Ma tra gli interessati c’è rabbia e delusione

next