Simulavano sinistri e li pianificavano nei minimi dettagli con tanto di falsificazione della documentazione sanitaria. Il tutto per incassare il premio dell’assicurazione. La Procura di Reggio Calabria ha scoperto un collaudato sistema messo in piedi da un sodalizio criminale in grado di organizzare falsi incidenti e di falsificare i referti medici che servivano a gabbare le compagnie assicurative. La base operativa e logistica, dove si programmavano tutte le truffe, era la sede della “Infortunistica LMG” il cui titolare Domenico Foti è finito agli arresti domiciliari assieme al suo uomo di fiducia, Giovanni Casciano. La misura cautelare è stata eseguita stamattina dalla guardia di finanza di Reggio Calabria e dalla polizia metropolitana. Su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Paolo Petrolo, il gip ha disposto anche l’obbligo di presentazione per Vincenzo Nava, anche lui partecipe dell’associazione a delinquere. Per gli investigatori, guidati dal maggiore Giovanni Andriani, l’indagato Nava era “un ‘procacciatore’ di affari per il sodalizio criminale portando soggetti disposti a istruire pratiche di sinistro ‘false’ oppure amplificare i postumi di un sinistro ‘vero’ grazie alla collaborazione di medici e periti sodali a Domenico Foti”.

Lo stesso titolare della “Infortunistica LMG”, nel 2013, ha incassato 126mila euro dalla Unipolsai per un incidente stradale che, secondo la guardia di finanza, “non è mai avvenuto”. Stando all’impianto accusatorio, tutto girava attorno a Domenico Foti. Era lui a mantenere “i rapporti con le varie compagnie di assicurazione” e a interloquire “con i sanitari delle stesse incaricati della redazione delle perizie”. L’inchiesta è partita dalle denunce presentate da Eduardo Lamberti Castronuovo, il titolare dell’Istituto clinico “De Blasi”, che qualche anno fa si è accorto della manomissione di alcuni referti medici emessi dalla sua struttura. Segnalato tutto alla polizia metropolitana, le indagini successive hanno dimostrato che Walter Bilardi, ex dipendente dell’istituto “De Blasi” con il compito di supportare i medici nella refertazione degli esami, entrava nel sistema informatico con le password dei sanitari e modificava i referti poi utilizzati per la perpetrazione delle truffe. Complessivamente sono 71 gli indagati dell’inchiesta “Golden Insurence” nell’ambito della quale, oltre all’associazione a delinquere finalizzata al falso materiale e ideologico, la Procura contesta anche i reati di accesso abusivo a sistema informatico e telematico, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, mutilazione fraudolenta della propria persona e ricettazione.

Il gip Vincenza Bellini, inoltre, ha disposto il sequestro dei beni per un valore complessivo di un milione di euro. I sigilli sono stati applicati a una pittoresca abitazione in Sicilia, a Giardini Naxos che Foti e la moglie Maria Gabriella Lo Presti (indagata) avevano trasferito ai figli minori. È stata sequestrata anche una villa a Campo Calabro e un suv che il titolare della “Infortunistica LMG” aveva intestato alla sorella Carmela Grazia Foti (anche lei indagata). A Foti, già condannato a tre anni per associazione a delinquere finalizzata alle truffe, sono stati sequestrati infine 620mila euro in contanti che è la somma dei profitti conseguiti illecitamente truffando le assicurazioni. La sua agenzia di pratiche infortunistiche, secondo i magistrati “gli ha fornito la ‘copertura’ per programmare e gestire un numero elevato di truffe alle compagnie assicurative oggetto di indagine ed intessere relazioni criminali con personale medico compiacente”. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip parla di “sistematicità delle condotte fraudolente progettate e attuate nel corso di un ampio arco temporale secondo un collaudato e insidioso modus operandi”. Gli indagati si interscambiavano i ruoli: oggi il danneggiato, domani il danneggiante e dopodomani il testimone. Per il giudice per le indagini preliminari Foti e i suoi sodali hanno dimostrato una “lucida professionalità e scaltrezza nella gestione di falsi sinistri tramite una congerie di soggetti disponibili a vario titolo ad inscenare i falsi sinistri”.

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