Giugno ha fatto malino alla Lega, è stato un ricostituente per il Pd ed è stato il mese delle conferme per il M5s e per i Fratelli d’Italia. Lo riafferma l’ultimo sondaggio del mese di Swg per il TgLa7 che conferma il primato del Carroccio, ma registra il trend calante del partito che in tre settimane (e 4 rilevazioni) ha perso lo 0,7, che non è tanto ma è frutto di un percorso in discesa iniziato dal 10 giugno. Il Pd ha una tendenza opposta e lo scatto in avanti è in particolare nell’ultima settimana: grazie a un aumento di un punto netto, torna a superare il 20 per cento. Stabile il M5s che torna al 16, nella dinamica oscillante delle ultime settimane (era al 16 anche il 3 giugno). Stesso andamento lineare ce l’hanno i Fratelli d’Italia che questa settimana toccano il 14,2, a meno di due punti dai Cinquestelle, per effetto di un nuovo balzo dello 0,6 in una settimana, dopo uno scivolone in quella precedente.

Forza Italia si riallontana dal 6 per cento, con un lieve calo che la porta al 5,6, ma comunque dentro la forbice della media mensile (ha sempre ondulato tra il 5,6 e il 6,1). Torna a calare la sinistra dell’area di Liberi e Uguali, che per Swg è comunque al 3,5, punto più basso in questo mese. Continua infine il duello all’interno del mini-polo liberaldemocratico: questa settimana è Italia Viva a mettere la prua davanti di pochissimo a Azione di Carlo Calenda. Poco sotto, al 2,5, stabile, c’è anche +Europa. L’area di governo, fatte le somme, attualmente sarebbe poco sotto al 43, mentre il centrodestra unito (compresa la piccola lista di Giovanni Toti) metterebbe insieme il 47,6 per cento degli elettori. Va peraltro sottolineato il 39 per cento di chi non si esprime che rappresenta non solo chi oggi non andrebbe neanche alle urne, ma anche gli indecisi.

Swg al suo campione di intervistato ha posto un quesito anche sulla riforma dei decreti Sicurezza. Per il 31 per cento la correzione delle leggi di Salvini è una priorità, da approvare il prima possibile. Il sondaggio conferma la differenza di sensibilità tra gli elettorati di Pd e M5s, i principali gruppi di maggioranza: una maggioranza abbondante di chi vota i democratici vuole che i decreti siano cambiati il prima possibile, mentre solo un elettore grillino su 4 la pensa alla stessa maniera.

Un altro 31 per cento, tuttavia, pensa che la riforma dei decreti Sicurezza sia una misura importante, ma che può attendere, mentre uno su 5 del campione totale si dice contrario alla modifica, mentre un altro quinto del campione non sa rispondere.

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