Continua, inesorabile, il calo della Lega: in poco più di un anno ha perso dieci punti. Stabile invece il Pd, con il risultato che a separare i due principali partiti italiani adesso è una forbice di due punti: nulla se consideriamo il margine d’errore al 3%. Il risultato emerge dall’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto dell’istituto Ixè per la trasmissione Rai Cartabianca. Il partito di Matteo Salvini è oggi al 24,3%, esattamente dieci punti in meno del 34,3% guadagnato alle Europee del 26 maggio 2019. I dem, invece, sono al 22 e accorciano le distanze non guadagnando nulla rispetto al voto per il Parlamento di Strasburgo.

“L’apertura di una frattura interna al Movimento 5 Stelle”, scrive invece l’istituto di rilevazione riferendosi a Beppe Grillo che ha sconfessato Alessandro Di Battista, penalizza i grillini di un punto abbondante, riportandoli al 16,1%: nel maggio scorso avevano preso il 17. E se a guidare il M5s fosse il premier Giuseppe Conte? Quasi un quinto degli elettori del movimento – cioè circa il 3% – non confermerebbe l’intenzione di votarlo. Dall’altra parte, però, convergerebbe quasi il 5% dagli altri schieramenti e dall’area dell’astensione: prendendo Conte come leader, dunque, il M5s guadagnarebbe “solo” due punti percentuali. Per il 58% degli elettori dei 5 stelle, però, l’inquilino di Palazzo Chigi è il leader più adatto per il Movimento. Stacca l’ex capo politico Luigi Di Maio (al 16%) e l’aspirante leader Alessandro Di Battista (al 15%). Per il 7% degli elettori grillini Roberto Fico sarebbe il leader più adatto, mentre hanno indicato l’attuale capo ad interim Vito Crimi gli stessi che hanno risposto “non saprei” alla domanda dell’istituto di rilevazione: il 2%. I 5 stelle appaiono spaccati anche sul congresso (per il 44% non è il momento come ha detto praticamente Grillo, il 33% sta con Di Battista che lo vorrebbe subito, e uno su quattro non prende posizione).

Nel centrodestra, torna a crescere – di poco – Forza Italia che è al 7,9%, mentre è stabile al 14,2% Fratelli d’Italia. Tra i piccoli partiti record d’Italia viva: è al 2,7%, secondo risultato più alto degli ultimi sei mesi dopo il picco del 2,9% di aprile. Il suo fondatore, Matteo Renzi, è ultimo nella classifica della fiducia dei leader con l’11%, meno della metà di Di Maio (23%), Berlusconi (23%) e Zingaretti (25%). In testa c’è sempre Conte col 56%, seppur con un punto in meno rispetto alla scorsa settimana. Secondo ecco Luca Zaia al 51%. Il governatore leghista del Veneto ha 22 punti di gradimento in più rispetto al suo leader Salvini, fermo al 29% e ormai stabilmente superato da Giorgia Meloni al 33%. Gli Stati generali dell’Economia promossi da Conte e il ministro Roberto Gualtieri? Convincono oltre la metà degli italiani: il 53% ritiene che sia un’iniziativa utile, mentre ne mette in dubbio l’utilità 1 italiano su 3.

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