“Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Era la massima preferita di Carlo Acutis, il 15enne stroncato dalla leucemia fulminante che sarà beatificato ad Assisi, dove è sepolto, il 10 ottobre 2020. Un processo record per il ragazzo la cui drammatica storia ha commosso tanti fedeli di tutto il mondo e che potrebbe presto diventare il patrono di internet per la sua passione per le tecnologie. Figlio primogenito di Andrea Acutis e Antonia Salzano, Carlo nacque a Londra, dove i genitori si trovavano per motivi di lavoro del padre, il 3 maggio 1991. Trascorse l’infanzia a Milano, manifestando fin da subito una profonda fede, tanto da essere ammesso alla prima comunione ad appena sette anni con un permesso speciale. Frequentatore assiduo della parrocchia di Santa Maria Segreta a Milano, allievo delle suore Marcelline alle elementari e alle medie, poi dei padri gesuiti al liceo Leone XIII. Le sue giornate erano sempre scandite dalla messa e dal rosario. Maturò un grande amore per i santi e per l’Eucaristia, fino ad allestire una mostra sui miracoli eucaristici tuttora online che ha riscontrato un successo inaspettato, anche all’estero. Grazie alla sua testimonianza cristiana, perfino il domestico di casa Acutis, un induista di casta sacerdotale bramina, decise di farsi battezzare.

Carlo morì il 12 ottobre 2006 nell’ospedale San Gerardo di Monza. Il 13 maggio 2013 la Santa Sede ha concesso il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione, la cui inchiesta diocesana si è svolta a Milano fino al 2016. Il 5 luglio 2018 Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava venerabile Carlo. Il 21 febbraio 2020 Bergoglio ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo a un miracolo attribuito all’intercessione del giovane: la guarigione improvvisa e inspiegabile, nel 2013, di un bimbo brasiliano affetto da una malformazione congenita al pancreas.

Ai media vaticani, il cardinale prefetto della Congregazione delle cause dei santi, Angelo Becciu, che a nome del Papa presiederà la beatificazione, ha sottolineato come “colpisce la maturità di questo ragazzo. È morto a 15 anni e aveva sviluppato una conoscenza della fede in maniera splendida, esemplare. Lui era un ragazzino quando si innamorò dell’Eucarestia, poi ha volto la sua devozione anche verso la Madonna. Faceva il catechista, riusciva a trasmettere la fede ai ragazzi, non solo nella forma classica delle riunioni, ma sfruttava anche i mezzi telematici. Lui realizzò un progetto informatico sui temi della fede. Aveva un sito sui miracoli eucaristici. Questo ragazzo ha vissuto in pieno la sua fede. Colpiscono anche le parole espresse gli ultimi giorni. Diceva: ‘Voglio offrire tutte le mie sofferenze per il Signore, per il Papa e per la Chiesa. Non voglio fare il purgatorio, voglio andare diritto in paradiso’. A 15 anni! Un ragazzino che parla così ci colpisce e penso che stimoli tutti a non scherzare con la nostra fede, ma a prenderla sul serio”. Per il porporato “potrebbe essere proclamato patrono di internet. È ancora presto per dirlo, ma sarebbe interessante, vista la sua giovinezza e la sua passione per la rete”.

Nella sua esortazione apostolica post sinodale sui giovani, Christus vivit, anche Francesco cita il futuro beato. “Ti ricordo – scrive il Papa rivolgendosi ai ragazzi di tutto il mondo – la buona notizia che ci è stata donata il mattino della risurrezione: che in tutte le situazioni buie e dolorose di cui parliamo c’è una via d’uscita. Ad esempio, è vero che il mondo digitale può esporti al rischio di chiuderti in te stesso, dell’isolamento o del piacere vuoto. Ma non dimenticare che ci sono giovani che anche in questi ambiti sono creativi e a volte geniali. È il caso del giovane venerabile Carlo Acutis”.

La mamma del futuro beato ha raccontato che il figlio “era considerato un genio dei computer perché conosceva i logaritmi, sapeva fare i programmi e leggeva i testi universitari su questi temi. Però lui cosa ha fatto? Non ha utilizzato questi mezzi di comunicazione per chattare, divertirsi o cose del genere. Lo zelo che aveva nei confronti del Signore e l’amore per la conoscenza di Gesù lo hanno spinto a mettere a disposizione questi suoi talenti per realizzare un sito internet sui miracoli eucaristici e una mostra sullo stesso argomento che ha fatto il giro del mondo. Carlo lo sapeva che Gesù è presente realmente nell’Eucarestia, ma si rendeva conto che la gente ha bisogno di aiuto per avvicinarsi al Signore e soprattutto per capire l’importanza dei sacramenti. Del resto anche i giovani, a volte, si fanno influenzare da antipatie e simpatie nei confronti dei sacerdoti, senza capire il valore enorme che ricevono attraverso l’Eucarestia e la Chiesa. Questa, invece, è una cosa che Carlo ha vissuto profondamente diventando un testimone verace”. Un’altra sua celebre massima, infatti, era: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”.

Twitter: @FrancescoGrana

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