Il partito di Giuseppe Conte può valere anche il 15 per cento. Lo dice l’ultimo sondaggio Emg-Acqua per Agorà (Rai3) che conferma dunque una fetta di elettori potenziale che seguirebbe in particolare la figura del capo del governo. Le dinamiche che ne seguirebbero, secondo questi dati che confermano quelli di altri istituti, sarebbero quelle di un prosciugamento di preferenze sia al Pd – che avrebbe circa 5 punti in meno – sia al M5s – anche in questo caso con un drenaggio di 5 punti. A sorpresa, però, a perdere di forza sarebbero i partiti più lontani, sulla carta, dal presidente del Consiglio: sia dentro la maggioranza (Italia Viva perderebbe un punto netto) sia all’opposizione. In particolare la Lega perderebbe un po’ più di un punto, lo stesso accadrebbe ai Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia cederebbe lo 0,8 però ugualmente significativa su una base di 6-7 punti.

Questa capacità di “attrazione” di Conte produrrebbe un risultato per certi versi stupefacente per quanto riguarda gli schieramenti, intesi come centrodestra e centrosinistra più M5s, vale a dire opposizione e maggioranza attuali. Se i partiti di governo si ripresentassero alle elezioni, infatti, la coalizione sarebbe avanti di un paio di punti rispetto al centrodestra, un rapporto di forza ribaltato rispetto all’alleanza Lega-Fratelli d’Italia-Forza Italia. Naturalmente c’è tutta una serie di premesse da tenere in conto: intanto non è detto, appunto, che questa coalizione di governo (nata in circostanze del tutto eccezionali) abbia un futuro anche elettorale; secondo, la somma dei dati non dà un risultato scientificamente attendibile nel senso che in caso di consapevolezza di un patto elettorale non è detto che l’elettorato di un partito rimanga quello; infine, non proprio irrilevante, c’è che Conte continua a negare la fondazione di un partito personale, fino a ieri (“Se succede è a mia insaputa”), anche perché non porta benissimo (Mario Monti è l’esempio più recente e più evidente).

Quali sono però i dati “reali”, le intenzioni di voto oggi? Il primo partito, nonostante qualche difficoltà e un trend in flessione negli ultimi mesi, è ancora la Lega che con una flessione dello 0,4 nell’ultima settimana è data al 26,8. Cala anche il diretto inseguitore, il Pd, al 20 per cento. Il M5s registra un lieve incremento e torna sulla soglia del 16 per cento, con i Fratelli d’Italia al 14,2, in lieve retrocessione. Stabile da settimane Forza Italia che resta intorno al 7, così come Italia Viva che per Emg-Acqua gode del 5 per cento (valore più alto dato al partito di Renzi dai vari istituti di sondaggio).

Prende quota anche Azione di Carlo Calenda che tocca il 3. Chiudono la graduatoria la Sinistra al 2,1, Europa Verde all’1,6 e +Europa all’1,4 tutti più o meno stabili. Va sottolineato che la quota che mette insieme indecisi e area del non voto supera il 40 per cento.

Il presidente del Consiglio Conte gode ancora di una significativa fiducia personale che questa settimana aumenta di un punto il gradimento personale e raggiunge il 43 per cento. Stabile la prima inseguitrice, la presidente dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, al 36. Cala questa settimana il segretario della Lega Matteo Salvini, al 34, in flessione di un punto. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti è fermo al 23 davanti a Carlo Calenda in energica risalita al 21 (+1 in una settimana). Così l’ex ministro supera Luigi Di Maio (fermo al 20). Silvio Berlusconi (al 19) precede il suo ex consigliere Giovanni Toti (17, +1), il suo successore (a Palazzo Chigi) Matteo Renzi e il capo politico reggente del M5s Vito Crimi.

Tra i vari quesiti del sondaggio Emg-Acqua (qui sotto tutte le tabelle, con altri dati) anche un considerevole cambio di abitudini per quanto riguarda il pagamento elettronico: più del 40 per cento risponde che lo utilizza di più.

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