Il Decreto Scuola è legge. Il presidente della Repubblica ha firmato nel pomeriggio il testo e ora si attende solo la conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La Camera dei Deputati ha approvato con 245 voti a favore e 122 contrari la proposta della maggioranza di governo. Il via libera è arrivato intorno alle 11.45, dopo una seduta fiume andata avanti ininterrottamente da venerdì a causa dell’ostruzionismo del centrodestra, in particolare di Lega e Fratelli d’Italia, che, portando il numero degli iscritti a parlare a 172, ha cercato di impedire il voto finale sul testo entro la scadenza ultima. “È un provvedimento nato in piena emergenza che consente di chiudere regolarmente l’anno scolastico in corso. Il testo è stato migliorato durante l’iter parlamentare grazie al lavoro responsabile della maggioranza di governo. Con l’obiettivo di mettere al centro gli studenti e garantire la qualità dell’istruzione. Ora definiamo le linee guida per settembre, per riportare gli studenti a scuola, in presenza e in sicurezza”, ha commentato a caldo la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
Cosa cambia: dalle regole sugli esami di Stato al concorso per insegnanti
Uno degli aspetti più urgenti erano le disposizioni per lo svolgimento degli esami di Stato a conclusione dell’anno scolastico 2019-20. Il decreto contiene la cornice normativa per lo svolgimento degli esami del I e II ciclo e per la valutazione finale. A seguito dell’emergenza coronavirus, sono state previste misure specifiche e semplificate per questo anno scolastico. In particolare, l’esame di Stato del I ciclo coincide con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, che terrà conto anche di un elaborato consegnato e discusso online dagli studenti. Mentre per il II ciclo è prevista la sola prova orale in presenza.
Novità riguarderanno anche i voti alla scuola primaria. Tornano i giudizi descrittivi al posto dei voti in decimi. La novità sarà reintrodotta dal prossimo anno scolastico. Una successiva ordinanza del ministero dell’Istruzione darà alle scuole tutte le indicazioni operative.
Il testo introduce anche maggiori tutele per gli alunni con disabilità. I dirigenti scolastici, sulla “base di specifiche e motivate richieste da parte delle famiglie degli alunni con disabilità”, tenuto conto della particolarità di questo anno scolastico, dopo aver sentito i Consigli di classe e acquisito il parere del Gruppo di lavoro per l’inclusione della loro scuola, potranno consentire “la reiscrizione dell’alunno al medesimo anno di corso frequentato nell’anno scolastico 2019-20″. Questo consentirà di recuperare il mancato conseguimento degli obiettivi didattici e inclusivi per l’autonomia stabiliti nel Piano educativo individualizzato.
Novità anche per i privatisti che avranno l’esame a settembre e vogliono iscriversi all’università. I candidati che dovranno sostenere l’Esame del II ciclo nella sessione straordinaria di settembre, in attesa di conseguire il diploma, potranno partecipare con riserva alle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato e ad altre prove previste dalle università, istituzioni dell’Alta formazione artistica musicale e coreutica e altre istituzioni di formazione superiore post diploma. Potranno partecipare con riserva anche a procedure concorsuali pubbliche, selezioni e procedure di abilitazione per le quali sia richiesto il diploma di II grado.
Ai sindaci saranno conferiti poteri speciali in materia di edilizia scolastica, così da favorire un più rapido adeguamento delle strutture in vista del prossimo anno di studi. L’esecuzione degli interventi sarà infatti velocizzata: fino al 31 dicembre 2020 i Sindaci e i presidenti delle Province e delle Città metropolitane potranno operare con poteri commissariali. Gli enti locali avranno, dunque, uno strumento in più per agire e garantire che gli interventi possano svolgersi rapidamente e in tempi utili per l’avvio del prossimo anno scolastico.
Cambia il concorso straordinario per l’ingresso nella Scuola secondaria di I e II grado. I docenti che hanno i requisiti per partecipare non sosterranno più una prova a crocette, ma una prova con quesiti a risposta aperta, sempre al computer. La prova sarà diversa per ciascuna classe di concorso. Il bando, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale a fine aprile, sarà modificato tenendo conto delle novità introdotte. Le prove si svolgeranno appena le condizioni epidemiologiche lo consentiranno. Ai vincitori di concorso immessi in ruolo nel 2021-22 che rientrano nella quota di posti destinati all’anno scolastico 2020-21 sarà riconosciuta la decorrenza giuridica del contratto, anche ai fini dell’anzianità, dal 1° settembre 2020. Le graduatorie dei supplenti, invece, saranno aggiornate, ma anche provincializzate e digitalizzate. Si attuerà, perciò, quanto previsto dal decreto scuola di dicembre, ma con un’importante semplificazione per garantire l’attuazione delle nuove regole in tempo per il nuovo anno scolastico: il ministero potrà emanare un’apposita ordinanza, anziché muoversi per via regolamentare. La provincializzazione consentirà di sgravare le segreterie delle istituzioni scolastiche: saranno gli Uffici territoriali del Ministero a seguire il processo e assegnare le supplenze. La presentazione delle domande sarà, poi, informatizzata per tagliare i tempi e rendere il processo più efficiente anche a vantaggio degli insegnanti e degli studenti. Con il nuovo modello le supplenze saranno assegnate più rapidamente.
È inoltre prevista l’istituzione di un apposito Tavolo di confronto per avviare “con periodicità percorsi abilitanti” e fare chiarezza sul percorso per diventare insegnanti, consentendo così anche ai giovani neo-laureati un percorso di accesso all’insegnamento “caratterizzato da una formazione adeguata”. Il Tavolo sarà presieduto dal Ministro.
La corsa contro il tempo per l’approvazione
La seduta è iniziata venerdì mattina con l’esame e il voto sui 193 ordini del giorno, dei quali 157 presentati dall’opposizione. Il numero di deputati che ha chiesto la parola, 172 con 10 minuti a disposizione ciascuno, secondo quanto stabilito dai regolamenti, avrebbe potuto prolungare la discussione per oltre 28 ore, alle quali dovevano essere sommate le pause obbligatorie per le sanificazioni delle sale, ogni tre ore, e il tempo necessario per la firma del presidente della Repubblica e conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, mettendo così a rischio la conversione in legge.
Poco prima dell’ora di cena la seduta è anche stata sospesa dopo dei momenti di confusione provocati dai leghisti che hanno innalzato uno striscione con la scritta “Azzolina bocciata“. A suscitare l’ira del Pd, come hanno spiegato successivamente Enrico Borghi e Patrizia Prestipino, è stato il fatto che i deputati del Carroccio hanno attraversato precipitosamente l’emiciclo e sono saliti sui banchi del Pd per fotografare i colleghi con lo striscione (vietato dai regolamenti parlamentari) e poter postare la foto sui social. “I nostri banchi sono stati invasi – ha detto Borghi – Non vogliamo che la Camera diventi l’anticamera di uno stadio. Noi rispettiamo l’ostruzionismo della Lega, ma pretendiamo il rispetto delle nostre prerogative”.