I pazienti positivi al Sars-Cov2 si sono negativizzati, via al secondo trasferimento in meno di una settimana: la beffa del Covid Hospital di Civitanova, bello, costoso e inutile. Al punto che entro la fine di questa settimana potrebbe chiudere i battenti per carenza di materia prima: i degenti. Tanto rumore per nulla. Parafrasando William Shakespeare, i vertici sanitari della Regione Marche pensavano di tirarla più per le lunghe quando, meno di una settimana fa, hanno trasferito il primo paziente al Covid Hospital di Civitanova Marche dall’ospedale di Camerino. I programmi della vigilia prevedevano la traslazione di almeno 7 degenti, qualcuno sosteneva addirittura una dozzina.

Nulla di tutto ciò. Mercoledì scorso, tra il pomeriggio e la sera, sono arrivati i primi due, un sessantenne del maceratese in regime di terapia intensiva e un ultraottantenne in semi-intensiva con un quadro clinico complesso. Il giorno dopo è arrivato il terzo, anch’egli in semi-intensiva dall’ospedale di Camerino. Meno di una settimana e due dei tre degenti della famosa Astronave nel padiglione centrale della Fiera di Civitanova si sono negativizzati, rendendo inutile la loro presenza in qualcosa che somiglia alla classica cattedrale nel deserto.

Dai vertici dell’Asur Marche, dell’Area Vasta 3 e del Gores – il gruppo di coordinamento per l’emergenza Coronavirus nella regione adriatica – non trapela nulla, ma stando a fonti ben informate uno dei degenti è stato già trasferito nella nuova palazzina di malattie infettive dell’ospedale di Macerata e il secondo presto lo seguirà. Tempo uno, al massimo due giorni e anche lui uscirà dal Covid Centre per passare nel reparto infettivo del capoluogo maceratese. Il terzo resta ancora al suo posto, ma è chiaro che tenere circa 40 persone, tra medici, infermieri e sanitari in genere per un solo letto occupato risulti alquanto assurdo. Da qui la voce, molto insistente, di una chiusura temporanea della struttura forse già entro la fine di questa settimana.

Sarebbe un record, dieci giorni di servizio o giù di lì, meglio dell’analoga struttura realizzata dalla Regione Lombardia all’ex Fiera di Milano con la consulenza (iniziale) dell’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a sua volta contagiato covid . Lì il progetto prevedeva 400 posti di terapia intensiva, ma ne sono stati occupati appena 25, la struttura è costata circa 21 milioni di euro, ma è rimasta in servizio più a lungo.

La fotocopia di Civitanova Marche è stata pagata 12 milioni, euro più euro meno, per 82 posti letto di terapia intensiva. L’Asur aveva preventivato di attivare almeno un paio di moduli clinici dentro il Covid Hospital, per un totale di spesa mensile di quasi 4 milioni di euro, coperti dai fondi per l’emergenza e con una variazione del bilancio regionale. È bene ribadire che il costo generale per l’allestimento è stato frutto delle offerte raccolte dai Cavalieri di Malta, la struttura organizzativa che collabora con il capo-progetto, Guido Bertolaso, ma poi le spese vive (stipendi, utenze, pulizie, disinfestazioni, trasporti ecc.) sono a carico della Regione. Nelle Marche i numeri restano costanti verso lo zero alternato a nuovi contagi, ma da quasi due mesi non si verificano più casi clinici di polmoniti interstiziali severe e negli ultimi dieci giorni sono morte con Covid solo 8 persone. A meno di un’improvvisa ripresa verso l’alto della curva dei contagi, la situazione appare sotto controllo. Intanto, in attesa del totale svuotamento della struttura avveniristica, i militari continuano a piantonare il Covid di Civitanova.

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