“Quando arriverà il vaccino per il coronavirus, ci sarà una vera corsa per ottenerlo. Sarà difficile averne abbastanza per tutti quelli che lo vogliono fare. E se ci sarà una piccola quota che non lo vorrà fare, non è un problema, perché ciò che conta è raggiungere l’immunità di gregge, o meglio di comunità”. Sono le parole dell’immunologo Guido Forni, già professore ordinario di Immunologia all’Università di Torino e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, nel corso della trasmissione “L’imprenditore e gli altri”, su Radio Cusano Tv Italia.

Lo scienziato, autore del libro “I vaccini fanno bene. Perché dobbiamo credere nella scienza per difenderci da virus e batteri”, scritto con Alberto Mantovani, direttore scientifico e presidente della Fondazione Humanitas, spiega: “Non c’è bisogno che tutti siano vaccinati al coronavirus. Se, però, la maggior parte delle persone è vaccinata, il virus non può più trasmettersi dall’uno all’altro. Viene, cioè, bloccato, è come stare in casa. Va bene, quindi, che ci sia una quota di popolazione che non vuole sottoporsi al vaccino. Non bisogna renderlo obbligatorio – chiosa – Ci sarà, infatti, il rischio che tutti vogliano il vaccino. Il problema che l’Oms prevede è che ci saranno poche dosi inizialmente e che solo i Paesi più ricchi riusciranno ad averlo prima che venga prodotto su larga scala per tutto il mondo. Ci sarà dunque una vera e propria lotta per questo vaccino. Poi, tra un anno o due, verrà distribuito in tutto il mondo e chi vorrà, potrà farselo. Quando lo avremo? In Italia tra un anno o un anno e mezzo”.

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