Con l’avvio della cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza coronavirus, dal 4 maggio riaprono parchi pubblici, ville e giardini, ma sempre rispettando la distanza di sicurezza e con gli ingressi contingentati in modo da evitare assembramenti, motivo per cui i sindaci hanno la possibilità di precludere l’ingresso qualora non sia possibile far rispettare le norme di sicurezza. Avere la possibilità di trascorrere qualche momento in un’area verde costituisce un rimedio antistress naturale, di facile utilizzo e soprattutto gratis. Sembra spuntato fuori apposta di questi tempi in cui possiamo uscire solo con il contapassi per non superare le distanze prestabilite da casa. Di che si tratta? È sufficiente recarsi in uno spazio verde, quindi anche il giardino vicino casa, e restarci seduti per una ventina di minuti. Il risultato è pressoché garantito: vi sentirete più calmi e rilassati. Troppo semplice? È quello che è successo in uno studio dell’Università del Michigan (Usa), pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology. Dove si afferma che questo tipo di esperienza è sufficiente a ridurre il principale ormone dello stress, il cortisolo.

Solo venti minuti – Come si è svolta la ricerca? Siamo, si intende, in periodo pre-coronavirus. Per otto settimane, un gruppo di volontari ha dovuto trascorrere del tempo in luoghi naturali, come un parco, ma senza fare sport, né conversare con amici o svolgere altre attività che possano da sole avere un’influenza sullo stress. Ai volontari è stata misurata a più riprese la concentrazione del cortisolo nella saliva, un indicatore dello stato di stress della persona. Che cosa è successo? L’ormone è diminuito a partire dai 20 minuti trascorsi a contatto con la natura; la concentrazione è calata in proporzione al tempo trascorso fino a una riduzione massima a 30 minuti di contemplazione del verde. Il risultato è considerato un parametro importante che i terapeuti possono usare come regola per stabilire come prescrivere il contatto con la natura. L’autrice dello studio, Mary Carol Hunter, ha dichiarato soddisfatta che “lo studio fornisce le prime stime di come l’esperienza a contatto con la natura impatti sui livelli di stress nel contesto della normale vita quotidiana”. Insomma, quasi da non crederci di questi tempi.

Stress come amico – Anche perché siamo ormai da due mesi chiusi tra le mura domestiche, alle prese con bambini piccoli da accudire e intrattenere, frizioni o litigi con partner, o nella solitudine da single, magari mentre si lavora in smart working. Reggere a tutto questo rischia di diventare impresa titanica. Ce lo confermano anche i risultati preliminari di uno studio pubblicato sulla rivista Psychiatry Research1: un mese di lockdown può compromettere la salute mentale e fisica delle persone costrette a casa per cercare di frenare il virus. Queste condizioni possono influenzare le attività quotidiane, determinando sensazioni di smarrimento, riduzione del tono dell’umore, agitazione, riduzione del sonno e irrequietezza generale. Senza distinzioni di età, ceto sociale e condizioni economiche.

Peccato che se ne parli ancora poco. Perché il rischio è che per salvaguardarci dal virus, ci ammaliamo per averne paura. Il nodo cruciale è come gestire lo stress, i continui adattamenti, compensarne gli effetti negativi. Perché lo stress di cui dobbiamo preoccuparci è quello cronico, prolungato nel tempo e che tiene in allerta, costantemente, tutto il corpo, producendo varie modifiche organiche: il cuore batte più velocemente e si contrae più intensamente, aumenta la pressione sanguigna, i polmoni diventano più efficienti grazie all’allargamento dei bronchioli e il ritmo del respiro cambia; da rilassato, lento, profondo e diaframmatico, diventa veloce e affannato. Anche il livello di zucchero nel sangue aumenta, il fegato rilascia più glucosio per fornire più energia al corpo, si produce una cascata ormonale in cui il livello di cortisolo è il segno evidente che stiamo vivendo una situazione di tensione. Se non riusciamo a uscire dalla fase di cronicità, rischiamo con molta probabilità di ammalarci.

È fondamentale quindi approfittare di tutte le risorse, soprattutto naturali, per affrontare il rischio di uno stress cronico. Considerando in più che oltre ai benefici che riceviamo stando semplicemente seduti su una panchina di un giardino, aggiungere un po’ di movimento, oltre a riddurre il cortisolo, aumenta le difese immunitarie e rinforza l’apparato cardiorespiratorio.

I giapponesi lo sapevano già – Che sia benefico fare un’immersione nel verde lo avevano già scoperto, a livello scientifico, i giapponesi, quando il Ministero dell’agricoltura e delle foreste, nel 1982, promosse e finanziò le ricerche nell’ambito del “Shinrin-yoku”, che in giapponese significa, più o meno, fare un “bagno nella foresta”. Consiste nel fare percorsi non necessariamente impegnativi in contatto con ambienti naturali, boschi, prati, ecc. che però devono essere privi di distrazioni. La mente deve concentrarsi sui suoni che provengono dall’ambiente naturale, cercando il contatto con gli alberi e le piante, e i suoi profumi, così da permettere a tutti i sensi di affinare le proprie percezioni. Un modello che possiamo applicare, pur con diverse limitazioni, anche nei nostri parchi pubblici.

L’abc del “bagno nel bosco” – Per praticare in modo efficace lo Shirin-yoku bisogna attenersi ad alcune regole fondamentali. Che di seguito sintetizziamo e adattiamo alle caratteristiche di un parco o giardino urbano.

Cercate le giuste condizioni. Lasciate il telefonino spento e non scattate foto (e niente selfie). La camminata è lenta, senza una precisa meta. Abbiamo visto che 20 minuti già sono sufficienti, ma se potete prolungare a mezz’ora o poco più gli effetti migliorano. Durante il percorso predisponetevi ad accogliere gli elementi positivi che vi circondano, suoni, scorci di panorami, un’architettura interessante, i profumi dei fiori.

Con tutti i cinque sensi. Osservate le sfumature di verde degli alberi o delle piante e dei fiori, i raggi di sole che filtrano tra i rami. Ricevete il beneficio dell’ascolto, se presenti, dei canti di uccello o del fruscio di foglie e rami degli alberi. Posate le mani sul tronco di un albero. Annusate il profumo dei fiori presenti. E, se possibile, sdraiatevi a terra.

Il tipo di camminata. Non dovete accelerare il passo, basta una passeggiata lenta. A differenza del trekking, in questa situazione è importante osservare un’andatura lenta per amplificare i sensi e permettere all’ambiente circostante di produrre nelle persone un effetto di benessere globale.

Rilassamento. Provate a fare esercizi di respirazione profonda per facilitare la connessione con l’ambiente naturale e allontanare ancora di più pensieri e sensazioni stressogene.

Articolo scritto per Vita&Salute da Ennio Battista
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  1. Stephen X. Zhang,Yifei Wang, Andreas Rauch, Feng Wei. Unprecedented disruption of lives and work: Health, distress and life satisfaction of working adults in China one month into the COVID-19 outbreak. Psychiatry Research Volume 288, June 2020, 112958
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