Non è l’Italia ma il Regno Unito il Paese che in Europa ha registrato finora il numero più alto di vittime: l’aggiornamento arriva dall’Ons, l’Istat britannico, che in una nuova stima al 27 aprile con l’aggiunta anche dei decessi classificati come casi sospetti di Covid-19 (casi che i conteggi di altri Paesi europei non inseriscono), fa emergere che le vittime a quella data fossero già a 29.710 in Inghilterra e Galles. E oltre 32mila, includendo Scozia e Galles. L’Italia, da parte sua, martedì ha dichiarato 29.315 morti. Anche martedì, in Gran Bretagna si sono registrati 693 vittime in 24 ore. Il numero totale dei morti fornito da Downing Street è di 29.427, inferiore a quello dell’Ons, ma comunque superiore al totale delle vittime in Italia.

Intanto sull’isola di Wight è stata avviata la sperimentazione della app anti Covid del sistema sanitario pubblico britannico (NHS). I dipendenti comunali e i sanitari sono i primi a testarla mentre il resto degli abitanti dell’isola potranno scaricarla a partire da giovedì. Se il test avrà successo, la app – studiata per rintracciare velocemente i contatti recenti di chiunque risulti positivo – sarà disponibile nel resto del Paese tra qualche settimana.

Le vittime – L’aggiornamento dell’Ons (Office for National Statistics), che viene diffuso con cadenza settimanale e con uno scarto di diversi giorni rispetto alla data di pubblicazione, è più articolato di quello reso noto quotidianamente dal ministero della Sanità.
Il rapporto di oggi include nel calcolo delle vittime del coronavirus 7.713 decessi registrati fino al 27 aprile fuori dagli ospedali, inclusi quasi 6.000 censiti nelle case di riposo per anziani.

I morti extraospedalieri non erano stati indicati a quella data dal ministero della Sanità, che successivamente li ha tuttavia aggiunti – almeno per gli ospizi e altri ricoveri – anche alle proprie statistiche, dati arretrati compresi. Stando all’Ons, al 27 aprile, i decessi per Covid-19 in Inghilterra e Galles erano stati 19.643 negli ospedali (in discesa al 71% del totale), 5.890 nelle case di riposo, 1.306 nelle case private, 305 negli hospice per malati terminali e 11 “altrove”.

Già dalla fine di aprile lo stesso Ons ha peraltro rilevato, come ha spiegato il suo capo analista Nick Stripe, conferme di una curva in calo – dopo oltre un mese di lockdown – della mortalità complessiva nel Regno Unito. Con una riduzione del differenziale fra la media dei decessi settimanali rispetto al periodo pre-Covid sino a un totale di 42mila, comprendendo i morti registrati per qualunque causa. Cifra, ha notato Stripe, che resta comunque la seconda più elevata dal 1993.

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