Quando un mese fa, come Sinistra Europea e Rifondazione Comunista, abbiamo proposto di utilizzare i soldi della Bce per far fronte alla crisi del coronavirus – e su questo abbiamo promosso una petizione europea – mancava poco che ci prendessero per matti.

Eppure la nostra proposta era semplicissima e cioè che per far fronte alla crisi era necessaria una immissione di denaro fresco che non dovesse essere restituito. Questo al fine di garantire una fase virtuosa sul piano economico e sociale, uscendo rapidamente dalla recessione in cui siamo entrati. Parallelamente abbiamo proposto di usare questi soldi della Bce – 1000 miliardi subito abbiamo detto – per far fronte all’emergenza sanitaria potenziando il servizio pubblico, per garantire un sostegno economico a tutti coloro che oggi non hanno reddito e per cominciare una riconversione ambientale dell’economia e delle produzioni.

Perché non dobbiamo ricostruire l’economia come era prima, ma realizzare il welfare e la piena occupazione smettendola di distruggere il pianeta inquinandolo. Per questo serve una riconversione ambientale delle produzioni e la pandemia che stiamo vivendo va colta come la spinta inderogabile per cominciarla.

Ci prendevano per matti perché il dibattito politico era monopolizzato dai liberisti, nelle diverse vesti nazionaliste ed europeiste. Così tutta la discussione era sull’avere dei soldi a prestito e su chi e come li dovesse restituire. Il Mes è l’emblema di questa impostazione demente, ma anche il Sure e le varie proposte di coronabond sin qui emerse si muovevano nella stessa direzione.

Si prendono i soldi e poi qualcuno deve pagare il conto. L’Italia, come al solito, era l’epicentro di questa discussione sul nulla e così invece di avanzare in sede europea proposte utili al paese, continuava il solito pollaio tra centro destra e centro sinistra. Finalmente questa discussione senza sbocchi, degna delle idiozie nazionaliste con cui i trattati di pace della prima guerra mondiale hanno posto le basi per la seconda, inizia ad essere incrinata da qualche presa di posizione che va nella direzione da noi proposta un mese fa.

La più importante di tutte è quella del capo del governo spagnolo Pedro Sanchez che ha proposto che l’Unione Europea spenda 1500 miliardi di euro per contrastare il coronavirus e i suoi effetti, che questi soldi siano messi dalla Bce e non debbano essere restituiti e vengano spesi senza essere conteggiati come debito da parte degli stati. Si tratta di una ottima proposta che si muove esattamente nella direzione di quella che abbiamo avanzato in Italia e in tutta Europa. Non a caso nel governo spagnolo siedono i compagni e le compagne di Izquierda Unida e di Podemos.

Cosa aspetta il governo italiano a fare propria questa proposta che non richiedendo la mutualizzazione del debito può trovare un ascolto anche da parte del governo tedesco? Cosa aspettano tutte le forze politiche italiane ad appoggiare questa proposta che – unica – può permettere al nostro paese di non sprofondare in una crisi economica e sociale peggiore della pandemia che stiamo combattendo? Cosa aspetta il Pd ad abbandonare la folle proposta del Mes, emblema del liberismo applicato?

Sulla stessa lunghezza d’onda della nostra proposta della Sinistra Europea e di quella del governo spagnolo, è uscito qualche giorno fa l’appello di 101 economisti e alcuni articoli stanno timidamente cominciando ad uscire anche sui giornali main stream.

A questo punto bisogna fare un salto di qualità e in vista del vertice europeo del 23 aprile occorre far crescere la pressione popolare affinché il tema del finanziamento diretto e gratuito della Bce entri nella discussione. Solo se crescerà una spinta popolare che individui con chiarezza nell’intervento della Bce la via maestra per affrontare la crisi potremo ottenere qualche risultato positivo. Vi invito quindi a firmare la petizione europea.

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