“La prossima volta ce vieni te all’una de notte a aspettà gli aerei invisibili”. A leggerla così, la nota vocale del volontario di protezione civile al suo dirigente sa di insubordinazione. Ma è solo un amaro sfogo all’ennesima beffa. Il volo cargo atteso la notte di Pasquetta a Fiumicino non è mai arrivato. Non è il primo, tutto lascia pensare che non sarà l’ultimo. Avrebbe dovuto contenere l’ennesimo carico inesistente di mascherine, fra cui le tanto ambite Ffp2 e Ffp3, che la Regione Lazio ha commissionato a società di tutti i tipi. Ricevendone fin qui poche, pochissime. E quasi tutte chirurgiche, come noto poco adatte a soddisfare le esigenze degli operatori sanitari. Venditori di lampade a led, profumerie, un editore di gossip, un portale di articoli di cancelleria, società anonime svizzere e perfino una società con sede nelle Isole Cayman inserita nel rapporto degli Offshore Leaks (stesso filone dei Panama Papers). Fra loro anche Angelo Aleksic, l’editore rampante che avrebbe voluto scalare la Mondadori. Sono questi alcuni dei fornitori cui si è rivolto il capo dell’agenzia protezione civile regionale, Carmelo Tulumello, nel tentativo di accaparrarsi almeno 36 milioni di mascherine da distribuire presso i presidi sanitari del Lazio. Fonti della Procura di Roma confermano che la Guardia di Finanza ha ricevuto la delega ad approfondire la vicenda, accertamenti che si aggiungono al fascicolo già aperto in settimana dalla Corte dei Conti del Lazio.

Impegni per 133 milioni, 20 milioni di acconti ma poche mascherine – Una spesa prevista che, solo per i dispositivi di protezione individuale facciali, si aggira intorno ai 94 milioni. Se poi aggiungiamo anche guanti, occhialini, tute, ventilatori e letti per le terapie intensive, il conto arriva a toccare quota 133 milioni di euro. Materiale che sarebbe dovuto arrivare urgentemente, entro la fine di marzo, presso l’ex capannone dei vigili del fuoco di via Bel Poggio, alla Cecchignola. Dove però i pezzi scarseggiano. “Arriverà tutto, abbiamo controllato i documenti”, ripetono insistentemente dalla Regione Lazio, colpita nell’orgoglio dalle interrogazioni di Lega e Fratelli d’Italia che da giorni gridano alla “truffa”. Discussioni semantiche che non cambiano lo scenario concreto. A oggi nel magazzino regionale – secondo quanto dichiarato mercoledì dal governatore Nicola Zingaretti, “vi sono presenti 9.665.000 dispositivi” – ma il conto comprende le forniture della Protezione civile nazionale e gli approvvigionamenti andati a buon fine. Quanti? Dai documenti in possesso de ilfattoquotidiano.it emergono fatture evase dall’agenzia regionale per circa 26 milioni di euro, la gran parte sotto forma di acconto per materiale che non è mai arrivato (circa 20 milioni di euro). Briciole, almeno per ora.

La naturopata di Ostia: “Arriverà tutto, ho i ticket dhl” – Ma chi sono questi fornitori? Aziende, per lo più piccole, che fino a poche settimane fa facevano tutt’altro mestiere. “Basta conoscere discretamente l’inglese, avere qualche buon contatto in giro per il mondo, e ci si mette al lavoro di notte a fare le trattative”, racconta Patrizia Colbertaldo, naturopata di Firenze trapiantata a Ostia, laureata a Yale con un passato da candidata locale in appoggio all’ex sindaco Francesco Rutelli. La sua società, la Worldwide Luxury Corner srl, 10mila euro di capitale sociale, specializzata in “editoria elettronica” e “commercio di profumi e cosmetici” risulta formalmente inattiva. Eppure è stata utilizzata come veicolo per la fornitura di 2,5 milioni di mascherine di vario tipo al prezzo complessivo di 4.282.000 euro, di cui il 50% le è già stato pagato sotto forma di acconto. “Ma il materiale arriverà, non è facile, il mercato è bloccato e i prezzi sono cresciuti. Ho presentato tutti i documenti a Tulumello, sono una persona seria, io”, assicura. La protezione civile le aveva accordato la commessa “urgente” il 18 marzo, gliel’ha annullata (in danno) il 2 aprile, salvo poi ripristinare l’ordine il 10 aprile. Lei giura: “Ho fornito i contratti stipulati con i fornitori e prove delle consegne in atto con ticket Dhl di tutto il materiale in arrivo. L’anticipo? Non mi è nemmeno stato sufficiente a coprire la fornitura”.

La srl di Frascati che collabora con gli svizzeri – La vicenda più nota è quella della Ecotech, piccola srl di Frascati specializzata in lampade di design che si è imbarcata in una commessa da 35,8 milioni di euro – di cui anticipati circa 11 milioniper una fornitura di 9,5 milioni di dispositivi facciali. Finora, di mascherine ne sono arrivate solo 1,4 milioni e quasi tutte chirurgiche (l’ordine prevedeva oltre 7 milioni di Ffp2 e Ffp3). Nonostante la presenza in società di Pan Hongyi, importatore cinese. “È un professionista del settore, una persona specchiata: se ti dice sì è sì, se no è no”, ripete Eleuterio Proia, militante M5s in Friuli, fino a dicembre scorso socio della Ecotech. Solo l’8 aprile si è scoperto che Pan Hongyi in questa partita non ha toccato palla. Almeno stando alle dichiarazioni ufficiali. Ecotech, in realtà, faceva da intermediario alla società svizzera Exor Sa, omonima meno nota del colosso della famiglia Agnelli-Elkann. La società anonima risulta iscritta alla camera di commercio elvetica dal 12 novembre 2019 – ma sul suo sito internet si parla di “40 anni di storia” – dal commercialista ticinese Manlio Tedesco, cui corrispondono un’altra serie di finanziarie locali.

Exor Sa e il collegamento milanese. La 3M: “Attenti alle frodi” – Paolo Antonio Balossi, attuale direttore generale Exor, è entrato nella società solo il 12 gennaio 2020, portando in dote i “capitali” – come si apprende dal sito dell’azienda – della sua Bi International, una srl italiana con 2 milioni di euro di capitale sociale, un solo dipendente e la sede presso la residenza milanese dello stesso Balossi. Uno dei componenti dell’ultimo collegio sindacale (decaduto nel 2018), la commercialista Stefania Franzoni, è stata arrestata il 19 febbraio 2020 dalla guardia di finanza di Brescia: il suo studio era ritenuto il centro di un “laboratorio di evasioni fiscali”. Bi International ha anche una sede romana, in via Poli 29, a due passi dalla Fontana di Trevi, nello stesso stabile che ospita istituti di credito e sedi istituzionali di vario genere. Exor ha assicurato alla Regione Lazio di essere distributore ufficiale della 3M, nota multinazionale americana fra i principali produttori di mascherine. Ma l’ufficio comunicazione della 3M Italia afferma di “non conoscere la Exor” e mercoledì scorso ha emesso una nota stampa in cui afferma che “l’azienda ha ricevuto segnalazioni di persone che si presentano fraudolentemente come affiliate 3M, vendendo prodotti 3M a prezzi esorbitanti, vendendo prodotti contraffatti” ricordando di stare “collaborando con le autorità”. Sempre 3M Italia, interpellata da ilfattoquotidiano.it, aggiunge: “Noi stiamo rifornendo direttamente la Protezione civile nazionale, senza bisogno di intermediari”. Evidentemente i documenti forniti da Exor e Ecotech devono essere stati rassicuranti in questo senso, se Regione Lazio ha assicurato alle due società la novazione della commessa.

Angelo Aleksic: dall’approccio fallito a Mondadori alle mascherine – Altro fornitore della Regione Lazio è la European Network Tlc, cui l’agenzia regionale della Protezione civile ha affidato il reperimento di ben 5 milioni di mascherine, prevedendo un esborso complessivo di 21,3 milioni di euro, con un acconto di 8.750.000 che – va precisato – non risulta ancora essersi concretizzato. A capo della società milanese, 10mila euro di capitale sociale e 3 dipendenti, c’è Andelko “Angelo” Aleksic, 40enne imprenditore di origini croate impegnato nell’editoria “per famiglie”. Il suo gruppo editoriale possiede alcune riviste di gossip come Astrella, Sirio, Santità, Eva 3000 e Vip Magazine. Nel 2018 la European Network aveva tentato di acquisire alcune riviste del gruppo Mondadori, fra le quali Tu Style e Confidenze, bloccato dalle veementi proteste dei giornalisti che mettevano in dubbio la tenuta economica del gruppo e temevano che la “scalata” potesse allargarsi anche ad altri pezzi pregiati come Panorama e Tv Sorrisi e Canzoni. Anche le mascherine commissionate alla European Network Tlc non sono ancora arrivate, come dimostrano i pagamenti non ancora evasi.

La società off-shore, la ditta di prodotti omeopatici e le altre – Solo per quel che riguarda le mascherine, l’elenco della Protezione civile regionale contiene 12 fornitori incaricati. Di questi, in quattro – Union Petroli srl di Alessandria, Idp srl di Cogliate, Time srl e Medical srl di Roma – sono stati coinvolti per poche migliaia di pezzi. Diverso il discorso per la Wisdom Glory Holdings Ltd, cui la Regione Lazio ha chiesto 2 milioni di ffp2 al prezzo 4,6 milioni di euro. La Wisdom Glory risulta domiciliata a Hong Kong, ma basta fare una breve ricerca su internet per scoprire la stessa holding è in realtà registrata alle Isole Cayman (Samoa) e inserita nel database degli Offshore Leaks, creato nel 2013 dall’International Consortium of Investigative Journalists, lo stesso che ha realizzato il rapporto sui Panama Papers. Non fa invece parte di questa categoria la Goldbeam Shipping Ltd, che deve portare 4 milioni di dispositivi alla Regione Lazio e di cui Bloomberg scrive che “la linea di business aziendale comprende il funzionamento di stabilimenti non classificabili”.

Altre 6 milioni di mascherine – per una commessa da 13 milioni di euro – sono state chieste alla Internazionale Bio Life srl, società pugliese che si occupa di prodotti omeopatici. Altre 3 milioni di dispositivi sono stati commissionati rispettivamente alla Pio Macarra srl, società dei Castelli romani che si occupa di prodotti edili, e alla Igoffice srl, negozio online di articoli di cancelleria. Dai documenti contabili della Protezione civile del Lazio – che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare – emerge che fra tutte queste aziende, solo la Servimed srl – fra le poche presenti nelle liste dei fornitori Consip – ha portato a termine le proprie consegne (circa 2,4 milioni di mascherine, sebbene chirurgiche) e le sue fatture sono state regolarmente saldate.

La Regione spiega: “Tutti hanno iniziato le consegne, no truffe. I prezzi migliori” Ma cosa sta accadendo? Le mascherine arrivano o no? Come mai questi ritardi? La Regione Lazio resta ottimista. “Non c’è un fornitore che non abbia iniziato le consegne – spiegano dall’ufficio stampa – la prima cosa da chiarire è che non ci sono truffe. Abbiamo controllato i documenti, fatto le verifiche sulle filiere. Il materiale esiste e arriverà. Sono agli atti formali comunicazioni dell’ambasciata cinese circa cambi di regolamentazione nelle esportazioni. I ritardi sono dovuti alle difficoltà di approvvigionamento, non riguardano solo noi”. Come sono stati selezionati i fornitori? “Alcuni li abbiamo contattati noi, molti ci hanno contattato loro. Il nostro obiettivo e avere le mascherine. Per questo non abbiamo revocato l’incarico a chi è in ritardo: ci serve il materiale”. Sui prezzi c’è stato un controllo? “C’è stata una verifica attenta. Alcune aziende ci avevano chiesto anche un acconto del 100%, il 50% è stato un buon punto d’incontro. ”. Per la Regione è “una polemica politica inesistente”. Il centrodestra non si accontenta e spinge. Chiara Colosimo (Fratelli d’Italia) e Laura Corrotti (Lega) hanno presentato diverse interrogazioni, Sergio Pirozzi ha chiesto e ottenuto la convocazione di Tulumello, Zingaretti e dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, nella commissione specifica, lunedì alle 14. “Rendeteci partecipi della gestione dell’emergenza”, afferma l’ex sindaco di Amatrice.

AGGIORNAMENTO
In riferimento alla commessa assegnata il 25 marzo alla European Network Tlc che fa riferimento a Angelo Aleksic, va specificato che, a seguito di ulteriori controlli svolti nella giornata di lunedì, Ilfattoquotidiano.it ha verificato che la società ha completato la sua commessa e le mascherine sono entrate nella disponibilità della Protezione civile del Lazio nella notte fra venerdì 17 e sabato 18 aprile, quando non era nella nostra possibilità venirne a conoscenza. La European Network Tlc ha emesso le fatture con data venerdì 17 aprile, come da documentazione pervenuta. Si specifica che Ilfattoquotidiano.it ha contattato telefonicamente gli uffici della società la mattina di venerdì 17 aprile e, su indicazione della segreteria, è stata inviata dettagliata richiesta di informazioni via e-mail con orario 10.19, proprio nel tentativo di chiarire eventuali dubbi. Richiesta alla quale non è stata fornita risposta.

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