Passerà. Passerà anche questa. Il prezzo è inestimabile (e non penso all’economia, ma alla vita e alla morte). Passerà anche se non si vede ancora il futuro, anche se arriverà non si sa quando. Allora occorrerà pensarci, non solo al presente, per mettere insieme la consapevolezza di quanto sia importante quello che in molti abbiamo scoperto d’avere: una sanità pubblica. Il presente va vissuto, ricostruito, mettendo da parte qualche mattone portante per ogni domani che ci precede.

Riapriranno le scuole e dovremo ripensare le gite: a piedi, in bici, con i mezzi pubblici alla scoperta delle nostre città, in quei luoghi talmente scontati che abbiamo smesso di farci caso fino ad oggi, quando li abbiamo scoperti “madre e padre”. Il senso civico si forma alle elementari, in tempo per camminare insieme tra i padiglioni di un Ospedale, davanti alla caserma dei Pompieri, quella della Polizia, Prefettura, Vigili Urbani, Municipio (non tutto nello stesso giorno, poco alla volta), la Pubblica Assistenza, sedi di volontariato, i dormitori, le biblioteche e tutto ciò che esiste e ci aiuta e cura.

E mentre passeremo, e riscopriremo, spiegheremo alle bambine e ai bambini che tutto ciò è anche nostro e si mantiene col versamento delle tasse, la quali non sono un dispetto dello Stato, ma una logica in cui riflettere il contributo sociale e civico di ciascuno di noi, ad eccezione dei piccoli e grandi evasori, parassiti sulle spalle di chi onestamente fa la sua parte.

La cultura fatta solo di musei, teatri, cinema, gallerie è nulla senza quella cultura che la precede, quella civile. Vuoi mai che il futuro che prepariamo oggi ci riservi cittadini migliori di quello che abbiamo saputo insegnare.

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