Cronaca

Coronavirus, le maschere da snorkeling diventano dispositivi medici: è l’idea di un ex primario e di un’azienda bresciana

Nei giorni scorsi l'azienda è stata contattata da un medico, Renato Favero, che ha dato lo spunto per la realizzazione del progetto. Due ospedali bresciani stanno testando il prototipo, che è stato messo a disposizione di tutte le strutture interessate, pubblicando sul sito le istruzioni

L’idea di un medico e l’intraprendenza di un’azienda bresciana si sono trasformate in un aiuto per personale ospedaliero e malati di coronavirus. L’impresa Isinnova sta trasformando con successo maschere integrali da snorkeling in maschere per la respirazione da utilizzare in ospedale. L’azienda, dopo aver realizzato valvole stampate in 3D per i macchinari di terapia intensiva, ha riadattato le maschere per andare sott’acqua, realizzando a tempo record il prototipo che due ospedali bresciani stanno testando in questi giorni. E che è stato messo a disposizione di tutte le strutture interessate, pubblicando sul sito le istruzioni.

Nei giorni scorsi l’azienda è stata contattata da un ex primario dell’ospedale di Gardone Valtrompia, Renato Favero. “Il dottor Favero – spiega Isinnova – ha condiviso con noi un’idea per far fronte alla possibile penuria di maschere C-Pap ospedaliere per terapia sub-intensiva, che sta emergendo come concreta problematica legata alla diffusione del Covid-19: si tratta della costruzione di una maschera respiratoria d’emergenza riadattando una maschera da snorkeling già in commercio”.

L’azienda ha quindi contattato Decathlon, che si è resa disponibile a collaborare fornendo il disegno della maschera. “Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare – spiega il team di Isinnova – E’ stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che abbiamo chiamato valvola Charlotte, e che abbiamo stampato in breve tempo tramite stampa 3D. Il prototipo nel suo insieme è stato testato su un nostro collega direttamente all’ospedale di Chiari, agganciandolo al corpo del respiratore, e si è dimostrato correttamente funzionante. L’ospedale stesso è rimasto entusiasta dell’idea e ha deciso di provare il dispositivo su un paziente in stato di necessità. Il collaudo è andato a buon fine”.
L’azienda precisa che “né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità. L’uso da parte del paziente è subordinato all’accettazione dell’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato, tramite dichiarazione firmata”.

La valvola di raccordo che permette di trasformare la maschera da snorkeling in respiratore è stata subito brevettata, “per impedire eventuali speculazioni sul prezzo del componente. Chiariamo che il brevetto rimarrà ad uso libero – sottolineano dall’azienda – perché è nostra intenzione che tutti gli ospedali in stato di necessità possano usufruirne”. Isinnova ha deciso di condividere liberamente il file per la realizzazione del raccordo in stampa 3D: “è di facile realizzazione, quindi è possibile provare a stamparlo”. “La nostra iniziativa è totalmente priva di scopo di lucro – ci tengono a sottolineare gli ideatori – non percepiremo diritti sull’idea del raccordo o né sulla vendita delle maschere Decathlon”. E invitano medici, infermieri e ospedali a diffonderla e studiarla.