Parola d’ordine: droplet. Questo è il criterio che stabilisce la distanza di sicurezza – almeno un metro – nelle nuove misure approvate in ottica di contenimento del coronavirus. Letteralmente, ‘droplet’ significa gocciolina in inglese, ma, per estensione, viene usato per indicare la distanza minima necessaria per impedire che le “goccioline di saliva” non arrivino ad altre persone starnutendo, tossendo o semplicemente parlando. Il coronavirus infatti si trasmette per via aerea: per questo tra le linee guida dei medici c’è la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Per consentire di riaprire i luoghi attualmente chiusi per precauzione, dalle scuole alle chiese, dai bar ai cinema, la regola d’oro sarà proprio il droplet. Per esempio, i locali possono aprire a condizione che si facciano entrare le persone che possono consumare sedute, rispettando le distanze di sicurezza. Il Duomo, quindi, ha riaperto ma ammettendo solo un numero limitato di turisti alla volta per evitare code e gruppi. Posti già segnati – e ben distanziati – anche sui banchi delle chiese. Misure simili devono essere applicate anche nelle biblioteche, negli spogliatoi delle palestre, nei centri commerciali e in tutti i luoghi frequentati dal pubblico.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez