Ho appena ricevuto la telefonata della responsabile del Nido Comunale. L’asilo resterà chiuso almeno per due settimane. Giusto, giustissimo. Contatta telefonicamente ogni famiglia, intanto sulla chat whatsapp delle mamme iniziano a circolare i nomi dei medici della zona, pediatri, risultati positivi al test. Non sono i miei… ma saremo entrati in contatto con bambini visitati da questi dottori? Ora non lo sappiamo.

L’ansia c’è e non si può nascondere. Da ieri mattina, quando io e mio marito abbiamo acceso la tv per ascoltare il tg come facciamo sempre mentre i bimbi dormono e facciamo colazione. Un 38enne a Codogno con il Coronavirus? Ma no, ma dai. E’ bastato contattare un paio di amici, per capire di chi si tratta. Tra coetanei di paesi vicini ci si conosce un po’ tutti.

Penso a lui e alla moglie incinta.

Preferisco non mandare i bimbi a scuola. Paranoica? No. Non si tratta di un caso, lontano… E’ qui, in paese. Dopo pranzo chiedo a mio marito di tornare a casa dal lavoro. La situazione si sta facendo seria. E infatti mentre nel primo pomeriggio sono in giardino con mia figlia, incrocio una mamma che mi dice che stanno avvisando i genitori di andare a prendere a scuola i bambini, per chiusura anticipata.

Passa qualche ora e telefona mia zia: “Voi avete fatto la spesa? Stanno chiudendo i supermercati”. Mia madre porta a casa un paio di mascherine: “Non si sa mai”.

Controllo le notizie su internet, i gruppi social di paese, le notizie alla tv. Sento imprecisioni, nomi storpiati: i colleghi sono stati catapultati in una realtà che non conoscono in fretta e furia. Ma io e mio marito non riusciamo a scherzarci su. Sui social rimbalzano gli avvisi del Sindaco alla cittadinanza. “Restate a casa”.

Certo che restiamo a casa. Se rispettiamo tutti le regole la situazione si risolverà più velocemente.

L’ultima ordinanza dice che tutti gli abitanti dei dieci comuni isolati (tra cui il mio) non devono recarsi altrove, nemmeno al lavoro. Sono sospese tutte le manifestazioni pubbliche, le attività commerciali (eccetto quelle che erogano servizi essenziali). Ce la possiamo fare. Penso a medici, infermieri e tutto il personale sanitario e non in prima linea per combattere questa emergenza, alle famiglie coinvolte… a chi è risultato positivo, a chi ha fatto il tampone e aspetta il risultato… e poi leggo sui social che c’è chi non rispetta la quarantena e va a fare la spesa nei paesi limitrofi.

Ma abbiamo pazienza un attimo? Davvero non avete cibo in casa per qualche giorno? Le istituzioni si staranno organizzando, non ci faranno morire di fame, dai.

Intanto arriva la notizia del decesso di una donna di Casalpusterlengo. Fuori il silenzio è quasi assoluto. Ogni tanto abbaia un cane, o passa un’auto. Per fortuna ci sono le risate dei bimbi, che hanno preso come un divertente diversivo giocare sul balcone invece che al parco. E aspettiamo.

(continua)

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