“Il mio presunto conflitto d’interessi dov’è? Non ho mai influenzato la politica a favore dei miei clienti, neanche i più critici potranno mai dirlo, non firmo decreti e non voto leggi. Nemmeno il mio più acerrimo nemico può dire che ho influenzato una votazione. Ci sono invece 120 parlamentari che possiedono un’azienda, siamo sicuri che non abbiano mai presentato una legge o votato una legge che favoriva la loro azienda?”. Dopo l’inchiesta di Presa Diretta dedicata alla questione dell’utilizzo dei dati personali degli utenti di Facebook da parte della Casaleggio Associati, Davide Casaleggio aveva annunciato che sarebbe andato in televisione a difendere il lavoro di suo padre. E lo ha fatto, nel salotto di Porta a Porta su Rai1. E’ la sua seconda volta in televisione, dopo l’intervista data a Lilli Gruber nell’aprile 2017.

Dopo aver risposto sul presunto conflitto di interessi per un evento sponsorizzato tra l’altro da Nexi e Deliveroo, il presidente dell’Associazione Rousseau e figlio del cofondatore del Movimento ha anche parlato delle recenti evoluzioni nel Movimento 5 Stelle: “Se ho condiviso le dimissioni di Di Maio? Ho condiviso il suo auspicio per un focus sui temi e non sulle persone. Di Maio ha fatto un passo indietro da capo politico ma è sempre in prima linea, come sabato prossimo in piazza contro i vitalizi dei parlamentari”. A gennaio un documento dei senatori Primo Di Nicola, Emanuele Dessì e Mattia Crucioli oltre ad auspicare la sostituzione del capo politico con un organismo collegiale ha chiesto che non fosse più Davide Casaleggio, o meglio l’associazione Rousseau da lui presieduta, a occuparsi della gestione della piattaforma, ma che dati e proprietà della piattaforma fossero affidati al Movimento stesso. “Quando qualcuno me lo dirà sarò informato anche io, ho sentito di questi 3 senatori, non ho ancora letto il documento che hanno fatto leggere a tutti ma che non ho ancora ricevuto”, ha ripetuto Casaleggio. Sostenendo anche che “i parlamentari sono contenti di supportare Rousseau con il contributo di 300 euro perché è la voce degli iscritti”.

Infatti secondo Casaleggio “i padroni, gli utilizzatori del M5S sono gli iscritti. Questo è sempre stato il centro, la partecipazione degli iscritti. Gli iscritti hanno fatto partire il Conte 1 e il Conte 2, hanno scritto il programma del 2018. Anche la costruzione delle liste elettorali è fatta dagli iscritti. E’ un unicum in Italia”. E ancora: “Le organizzazioni del Novecento pensavano che il potere fosse illimitato, con il M5S abbiamo cambiato questo schema”, ha rivendicato il figlio del cofondatore del Movimento. “A settembre abbiamo fatto il record mondiale di partecipazione a un voto online” e da allora “abbiamo università, associazioni e anche partiti che ci chiedono come abbiamo fatto a realizzare questo record“. L’obiettivo del M5S per Casaleggio è “mettere nel Dna dei cittadini italiani la partecipazione alla vita pubblica. Quando questo risultato sarà raggiunto penso che anche il Movimento avrà raggiunto il suo fine ultimo. Ci vorrà del tempo, ma penso che sia importante”. “Ci sono due notai che certificano i risultati del voto e una società esterna, informatica, che verifica se ci sono anomalie durante le votazioni online”, ha detto poi rispondendo ai dubbi sulla vulnerabilità del sistema evidenziati anche dal Garante della Privacy. “Mio padre quando parlava di certificazione esterna del voto si riferiva proprio a questo”.

Quanto all’esperienza di governo, “penso che il M5S debba rimanere al governo fino a quando riuscirà a portare a casa quei temi per cui è stato votato”. Stare o no col Pd? “Questo tema non mi appassiona per niente, a me appassiona parlare di progetti. finché è una questione di tifoserie, non mi interessa”. E in alcuni casi vede già dei risultati: “Le autostrade hanno un contratto con lo Stato fatto 20 anni fa e per anni è rimasto secretato. Fino all’arrivo del M5S quel contratto era segreto”. E il reddito di cittadinanza già nella prima fase “ha avuto un effetto imponente. Non solo a sostegno” di chi si trova in una condizione di povertà, “ma ad esempio sulla spesa e i consumi delle famiglie, quindi anche sul Pil italiano”.

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