Italia viva ha ritirato gli emendamenti al decreto Milleproroghe che chiedevano lo slittamento dell’entrata in vigore di sugar tax e plastic tax. “Il viceministro Misiani ci annuncia una riflessione del governo sul tema – ha spiegato il vicepresidente del gruppo alla Camera Luigi Marattin – quindi, in linea con lo spirito di collaborazione, ci fidiamo”. Anche se “noi riteniamo che la scelta migliore sia cancellarle”. Restano però da sciogliere molti altri nodi, dalla prescrizione alle concessioni autostradali (i renziani fanno muro contro riduzione degli indennizzi e affidamento in via transitoria ad Anas) passando per la nuova normativa sui monopattini elettrici. E l’arrivo del decreto in Aula alla Camera, dove era atteso per lunedì 10 febbraio, potrebbe slittare: non è detto che la commissione congiunta Affari Costituzionali e Bilancio, che sta votando gli emendamenti, finisca i lavori entro questa settimana.

Oggi intanto è stato dichiarato inammissibile l’emendamento del governo che avrebbe permesso ai medici specialisti di restare al lavoro oltre il limite del quarantesimo anno di servizio, fino ai 70 anni di età, come previsto dal Patto per la salute nel tentativo di “fronteggiare la carenza di medici specialisti”. Stop anche all’emendamento dei relatori che avrebbe introdotto la possibilità di un anticipo del 40% sui risarcimenti per azionisti e obbligazionisti subordinati delle banche risolte prima del 2018 e a quello per finanziare con 900mila euro nel 2020 la Casa internazionale delle donne di Roma.

Il pacchetto di modifiche del governo, depositato mercoledì pomeriggio, comprende la proroga della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori delle imprese in aree di crisi complessa e per quelli delle aziende di Genova costrette a chiudere, il ripristino dellintegrazione salariale del 10% per i cassintegrati dell’Ilva e il sostegno al reddito di chi lavora in un call center in crisi. Previsti poi l’assunzione di 1.600 ricercatori e il potenziamento delle agenzie fiscali. Un altro emendamento dispone che sarà il ministero dell’Interno a rilasciare e gestire l’identità digitale (Spid). L’obiettivo è “creare un sistema di identità gratuito – viene spiegato nella relazioni illustrativa – costruito sul modello della già prevista carta di identità elettronica” con “modalità d’uso più moderne e sicure”.

Resta in bilico il rinvio ad aprile dell’obbligo di pagamenti tracciabili per poter chiedere le detrazioni al 19% per una serie di spese, come quelle universitarie, sanitarie o per gli interessi sui mutui. Una bozza di emendamento del governo circolata in questi giorni puntava a mantenere per altri tre mesi quelle detrazioni anche per pagamenti in contanti. Il costo del provvedimento era stimato in 217 milioni nel 2021, da reperire nei fondi stanziati per il taglio del cuneo fiscale. Si sarebbe trattato di un ‘prestito’, perché 93 milioni sarebbero poi stati restituiti nel 2022. Italia Viva ha subito protestato. “Va bene dare più tempo agli italiani per abituarsi a pagare le spese detraibili col bancomat – ha detto il deputato renziano Luigi Marattin – ma preferiamo che questa norma non sia coperta riducendo i soldi per la riforma dell’Irpef”. Con ogni probabilità, la proposta verrà limata, riscritta e presentata più o in là, o tornerà sotto forma di riformulazione di qualche emendamento analogo firmato dai parlamentari e compreso nel pacchetto su cui la commissione sta già lavorando.

Misiani ha invece stoppato la possibilità di rinnovare la cedolare secca sui negozi: farlo attraverso il Milleproroghe, come chiesto con alcuni emendamenti parlamentari, “non è proponibile” perché la misura comporterebbe un “onere molto impegnativo” rispetto alle “risorse limitate” del decreto legge: 260,8 milioni. E’ passato in compenso un emendamento che stanzia 2 milioni di euro nel 2020 “per supportare l’attivazione e l’operatività dell’unità per alto isolamento dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani“.

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