L’educazione sessuale rappresenta un argomento difficile, infatti anche se tutti ne parlano dal Miur continuano ancora ad arrivare risposte negative in merito a una sua possibile introduzione nei programmi scolastici.

Ad oggi l’unico momento formativo sulle nozioni di sviluppo sessuale risulta essere quello inserito all’interno del corso di scienze a partire dal livello secondario di istruzione, attraverso la divulgazione di informazioni sull’anatomia genitale, la riproduzione sessuale, l’uso dei contraccettivi e le malattie sessualmente trasmissibili.

Gli oppositori dell’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole ritengono che sarebbe un incentivo per i giovani a praticare la sessualità in età molto precoce. Invece gli studi condotti in Italia e nel mondo hanno dimostrato che avere l’opportunità di beneficiare di un’educazione sessuale olistica precocemente e in maniera informata e consapevole non soltanto rende il giovane in grado di fare scelte più mirate e consapevoli, ma, contrariamente alle aspettative, concorre a posticipare l’età delle prime esperienze sessuali.

Per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità, i ragazzi hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di rischio che di arricchimento. Si tratta di costruire un approccio positivo alla sessualità, oggi meglio conosciuto col termine di sex positive, che vuol dire avere un atteggiamento positivo in cui la sessualità viene considerata un’attività condivisa e in grado di incrementare la conoscenza di se stessi e dei propri partner. In questo modo i giovani saranno in grado di agire responsabilmente non solo verso se stessi ma anche verso gli altri.

Un approccio olistico basato sul concetto di sessualità come un’area del potenziale umano aiuta a far maturare in bambini e ragazzi quelle competenze che li renderanno capaci di determinare autonomamente e responsabilmente la sessualità e le relazioni nelle varie fasi dello sviluppo. Le competenze che l’approccio olistico promuove sono inoltre essenziali per difendersi dai possibili rischi come l’abuso e la violenza sessuale, argomenti tradizionalmente tabù che si tendeva a nascondere e che sono finalmente usciti dall’ombra, facendo emergere richieste di azioni preventive.

I giovani hanno bisogno di coltivare la propria privacy all’interno di spazi intimi lontano dai “grandi”, ma anche di sostegno da parte dell’ambiente sociale quotidiano per potersi formare una propria identità sessuale; inoltre hanno bisogno di acquisire determinate conoscenze e competenze per le quali risulta indispensabile il ruolo degli interventi di educazione sessuale strutturati nel corso degli anni di scuola.

Negli ultimi decenni in quasi tutti i paesi del mondo si è molto evoluta la concezione dei diritti umani e dei diritti sessuali ed è stata data rinnovata attenzione al tema dell’educazione sessuale.
Nel 2010, l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Oms e il BZgA hanno pubblicato gli Standard per l’educazione sessuale in Europa, elaborato sotto forma di documento di consenso da un gruppo di esperti europei di educazione sessuale. Come viene indicato negli Standard, nell’educazione di bambini e ragazzi alla sessualità, il sistema scolastico costituisce la via più opportuna per raggiungere la maggioranza di essi a partire dagli zero anni di età e per affrontare in maniera sistematica il complesso tema dell’educazione sessuale concepito come argomento relativo alla crescita personale.

Come esperti del settore ci auguriamo per l’anno nuovo e per quelli a venire che l’educazione sessuale obbligatoria possa essere approvata anche nel nostro paese. Come Istituto di Sessuologia Clinica da anni ci occupiamo di fornire progetti di educazione sessuale alle scuole che ne fanno richiesta attraverso un team di esperti, la Young Zone, che attraverso canali divulgativi reali e virtuali mette a disposizione dei più giovani informazioni sulle varie tematiche della sessualità e sui servizi a essa inerenti.

Inoltre dallo scorso maggio è stato inaugurato e reso attivo dalla Fiss (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) l’Osservatorio Nazionale infanzia e adolescenza, per la tutela della salute affettiva e sessuale dei bambini e degli adolescenti e contro la violenza, il bullismo e l’uso improprio della rete. Si tratta di un efficace strumento per monitorare, attraverso il lavoro e la collaborazione degli iscritti alla federazione, la situazione dell’infanzia e dell’adolescenza su tutto il territorio nazionale.

Si ringrazia per la collaborazione la dottoressa Elisa Ginanneschi

Articolo Precedente

Contro l’autonomia differenziata nella scuola. Da oggi le iniziative per il ritiro della proposta

next
Articolo Successivo

Milano, la “schiscetta” divide anche nello stesso istituto: due bimbi costretti a mangiare in un’aula separata

next