Chissà cosa direbbe Matteo Salvini se sapesse che a Ferrara il suo vicesindaco vive in una casa popolare pur percependo uno stipendio di 4800 euro al mese. Difficile che la notizia non sia arrivata all’orecchio del leader del Carroccio: il caso è finito sulle prime pagine locali a inizio novembre, ma già ad agosto scorso, quando il politico era solo segretario comunale della Lega, si vantò su Youtube di aver montato la vasca idromassaggio nell’alloggio ad affitto agevolato. Eppure, nonostante le polemiche e aver dovuto smontare tutte le modifiche non autorizzate alla casa, per il momento non è successo nulla. Ferrara non è un posto qualunque: è una delle ultime roccaforti rosse conquistate dalla valanga leghista in Emilia-Romagna ed è amministrata da Alan Fabbri, uno degli uomini chiave di Salvini per tentare la conquista della Regione il 26 gennaio prossimo. Il vicesindaco è appunto Nicola Lodi, per tutti “Naomo”, soprannome che si è guadagnato con una perfetta imitazione dell’omonimo personaggio di Panariello. Naomo vive da anni in una casa Acer, azienda casa dell’Emilia Romagna e prima di diventare una figura di riferimento della Lega a Ferrara faceva il barbiere, con un reddito che gli aveva consentito di ottenere un alloggio di edilizia popolare.

L’affitto, oggi come prima dell’elezione, non è mai stato modificato e tecnicamente Lodi può comodamente attendere più di un anno prima di traslocare. Le entrate del 2019 saranno dichiarate nell’Isee del 2021 e fino ad allora Naomo non può temere nulla in punto di diritto. E pur incassando l’emolumento da vicesindaco (aumentato del 10% dalla nuova giunta leghista rispetto all’amministrazione precedente), Naomo non ha nessuna intenzione di lasciare il suo appartamento. Lo ha detto chiaro e tondo di recente, in una delle sue tante dirette Facebook, rispondendo a una polemica con la presidente della Provincia Barbara Paron (ex Pd e ora in Italia viva) che, in occasione delle celebrazioni per la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate del 4 novembre, aveva abbandonato il palco proprio a causa della presenza di Naomo. Una scelta derivata dal fatto che un anno prima Lodi aveva “violato” il pennone del Tricolore issandovi la bandiera della Lega. E quando Naomo, di fronte al gesto, ha chiesto le dimissioni di Paron, la presidente ha replicato che, “se esiste un posto da liberare quanto prima è l’appartamento Acer in cui tuttora sembra abitare il vicesindaco Lodi. La cospicua indennità che il vicesindaco da mesi sta percependo, suggerirebbe l’opportunità di lasciare l’appartamento ai ferraresi, prima di tutto, che ne hanno più necessità”. Ma Naomo si è difeso sempre in diretta Facebook: “Non parlo delle accuse totalmente infondate circa la mia abitazione, lei stessa ammette la legittimità del mio alloggio”. E ha citato pure il giornalista che, senza ricevere risposta, gli ha chiesto a quanto ammontasse l’affitto. “Sì, vero, questo è il giornalismo al quale dobbiamo abituarci ma che io non accetterò mai, si chiama giornalismo spazzatura. Così come la Paron, certa stampa cerca di fare politica sul nulla, semplicemente perché il fegato dopo le ultime e future sconfitte oramai è demolito”. Per rispondere alla domanda del cronista rimasta inevasa, Lodi paga l’identico affitto di prima, quando mandava avanti la sua bottega di barbiere.

Non è però la prima volta che la “sua” casa Acer finisce nell’occhio del ciclone. Già nel 2018, quando iniziava la sua lunga campagna elettorale che lo porterà a diventare mister preferenze alle comunali, Naomo si fa conoscere per il suo metodo dei “calci in culo” contro neri, nomadi e abusivi. Si scoprirà poi che lui stesso si era reso protagonista di diversi abusi e irregolarità nell’alloggio del patrimonio pubblico. Grazie ai controlli periodici, Acer venne a scoprire che aveva montato una antenna parabolica e due climatizzatori non autorizzati. All’interno dell’appartamento risultarono effettuati diversi lavori sempre senza permesso. E c’era anche una vasca idromassaggio, abusiva, che è stato costretto a smontare in fretta e furia per non rischiare di farsi scoprire dagli agenti accertatori. All’epoca era stato nominato segretario comunale della Lega di Ferrara. Di quel manufatto rimane un video, pubblicato dallo stesso Lodi, in cui si vanta per “la casa del Comune modello Hollywood, Naomo è così”.

Nel frattempo Acer lo sanziona, intimandogli di sanare le violazioni e uniformarsi alle prescrizioni. Anche allora la replica avviene via social: “Se non avessi diritto (alla casa, ndr) la lascerei immediatamente”. E, quanto alle irregolarità, nella diretta Facebook (ora non più visibile) rivendica di aver semplicemente apportato delle migliorie e accusa il direttore di Acer: “È un’ispezione dettata da un partito politico, si dimetta”. A fine novembre lo scontro a distanza con l’azienda per gli alloggi comunali si è riacceso, proprio dopo le dichiarazioni del vicesindaco e la ribadita intenzione di non lasciare la sua casa. E la stessa Acer, in una risposta alla polemica tra vicesindaco e presidente della Provincia, ha fatto notare che “è auspicabile non confondere il diritto a rimanere nell’alloggio popolare con l’opportunità politica, altrettanto rilevante, di effettuare determinate scelte in base a intervenute modifiche, in corso d’anno, della propria situazione reddituale”. Insomma, per dirla con le parole di Matteo Salvini: “Chi occupa una casa ruba un diritto ad un’altra persona“.

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