Tutto è iniziato con i rumors circolati nel pomeriggio e diffusi da Dagospia: i fratelli De Benedetti hanno intenzione di cedere il gruppo editoriale Gedi – proprietario anche de La Repubblica, L’Espresso e La Stampa – a John Elkann, attuale azionista al 6,2% con la finanziaria Exor. Il presidente Fca, infatti, avrebbe “messo sul tavolo una cifra che non si poteva rifiutare”. Il passaggio di proprietà avverrebbe con la cessione di quote di Cir, la finanziaria della famiglia De Benedetti che possiede il 43,78% del capitale ordinario della società editrice (pari al 45,753% della quota sul capitale votante).

E in serata, in un comunicato, Cir – che ha convocato per lunedì il Cda – ha fatto sapere di essere in trattativa con Exor per vendere la quota di controllo del gruppo editoriale. “In riferimento alle indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa riguardanti la partecipazione di Cir, Compagnie Industriali Riunite su richiesta della Consob – è scritto nel comunicato – Cir informa che sono in corso discussioni con Exor concernenti una possibile operazione di riassetto dell’azionariato di Gedi che condurrebbe all’acquisizione del controllo su Gedi da parte di Exor“. Il Consiglio di Amministrazione di Cir – prosegue la nota – convocato per il prossimo lunedì 2 dicembre per l’esame di tale possibile operazione e all’esito dello stesso saranno fornite al mercato le opportune comunicazioni”. Attualmente Cir possiede il 43,78% del capitale ordinario della società editrice (pari al 45,753% della quota sul capitale votante) mentre Exor ha il 5,992% (pari al 6,262 della quota votante). Al momento però, secondo milanofinanza.it, “ancora non c’è un accordo definitivo e vincolante per l’acquisto”. ma secondo altri organi di stampa l’operazione è chiusa.

Nel pomeriggio Dagospia aveva pubblicato anche un’altra indiscrezione – al momento non confermata da nessuna fonte ufficiale – sull’intenzione di John Elkann, una volta acquisite le quote di Cir, di spacchettare il gruppo e vendere Repubblica a Carlo De Benedetti, che in questo modo potrebbe realizzare la fondazione “che sogna da tempo”. L’11 ottobre l’Ingegnere aveva inviato a Gedi una proposta “per l’acquisto di una partecipazione del 29,9%” e il 15 ottobre aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui annunciava la propria volontà di “riprendersi” Repubblica e “regalarne le azioni a una Fondazione”: “Capisco che i miei figli non amino il giornale – aveva detto l’imprenditore – smettano però di distruggerlo”. Un episodio in seguito al quale il presidente Marco De Benedetti, figlio di Carlo, aveva inviato una lettera ai dipendenti e il Cda aveva diramato una nota per rassicurarli sulla solidità del gruppo. Il 28 ottobre De Benedetti ha lasciato la presidenza del Gruppo Gedi.

Articolo Precedente

Rai 2, scade il contratto di Freccero ma le nomine non si sbloccano: a Salini l’interim

next
Articolo Successivo

Repubblica e il Gruppo Gedi a Exor, i particolari del progetto di John Elkann: no spacchettamento né “suggestioni nostalgiche”

next