E chi l’ha detto che per essere una “sardina” sia necessario considerarsi di sinistra? Sì, ok, in quelle piazze che in questi giorni si vanno riempendo in tutta Italia ci sono tante persone accomunate anche da una precisa fede politica. Ma certe adunate, per natura, non sono mai tutte dello stesso colore. Anzi.

Negli slogan, nella determinazione, nell’ironia di quella gente c’è spazio per chiunque si senta diverso dalla destra salviniana. Una destra orgogliosa di rivendicare la propria distanza da una politica fatta di odio e propaganda, di rabbia dispensata a piene mani in cambio di voti facili, senza reali proposte. C’è un popolo (di destra, è bene ribadirlo) che non accetta il dominio dell’estremismo. E che proprio per questo si batte. Le immagini che hanno inondato i social e le tv nelle scorse ore hanno dipinto piazze bellissime dove una destra civile, liberale, laica ed europea può e deve trovare un suo personalissimo spazio.

Il manifesto redatto a Bologna dai 4 ragazzi che hanno avuto la geniale intuizione della protesta “ittica” è chiaro: i sovranisti hanno approfittato della buona fede e della paura della gente per catturarne l’attenzione. Deviandola verso la politica dell’insulto facile, del pericolo sempre dietro l’angolo, lontana da argomenti seri che non possono affrontare, non avendo un bel niente da dire in proposito. Questa è la destra del duo Salvini-Meloni, una presenza opprimente che parte dai social e alla quale è arrivato il momento di dire basta. Armandosi di pesci di cartone, perché no. Con la consapevolezza che questo è solo il primo passo, un movimento spontaneo da tenersi stretto finché in grado di veicolare un messaggio forte e chiaro: di questa politica che si lega al potere con le catene della paura non abbiamo bisogno. Stop.

Ecco perché, in fondo, anche la destra, una buona destra, può essere un po’ sardina. Perché tattiche, obiettivi, priorità in politica possono essere diversi ma i valori di civiltà no, quelli possono essere unificanti. Queste piazze sono la dimostrazione che un’altra politica anche in Italia può esistere. E di questo bisogna essere felici. Anche da destra.

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