Barcellona in Champions, Juventus in campionato: in cinque giorni l’Inter di Conte è chiamata a dare delle risposte sul proprio reale valore. Non uno snodo che deciderà la stagione, per carità, ma di certo un passaggio fondamentale per comprendere se l’entusiasmo delle prime giornate di Serie A potrà tradursi in fattori solidi su cui far poggiare concrete ambizioni di vittoria. Per comprendere l’importanza della doppia sfida in ottica lungo periodo basta ricordare quanto avvenuto nel recente passato. Un anno fa di questi tempi, giusto un paio di mesi più avanti, l’Inter si ritrovò praticamente nella stessa identica situazione. Dopo la falsa partenza e una bella striscia di vittorie, la banda allora guidata da Luciano Spalletti si giocò tutto in cinque giorni. In campionato lo scontro diretto contro la Juve, in Champions il match qualificazione con il Psv. Fu un disastro: a Torino sconfitta per 1-0 al termine di un’ottima partita macchiata da una distrazione, a San Siro suicidio sportivo che costò gli ottavi di finale in un gruppo di ferro. Da quel doppio ko la squadra non si riprese più: condannata alla mediocrità di un’altra stagione senza obiettivi, travolta poi dalla telenovela Icardi, il girone di ritorno sarebbe stato un calvario, fino alla sofferta qualificazione in Champions all’ultima giornata.

La coincidenza è troppo evidente per non suonare come un dejà-vu, piuttosto sinistro per i tifosi nerazzurri ma al contempo stimolante. C’è di nuovo la Juventus, c’è di nuovo una partita cruciale se non proprio decisiva in Champions (solo a parti invertite). Difficile dire quale sia la più importante. Visto il primato in classifica, il clamoroso sei su sei in avvio di campionato, la voglia di tornare a sfidare gli eterni rivali bianconeri e la sensazione di poterlo fare per davvero, si potrebbe essere tentati di dire la Juventus (e la scelta di Conte di lasciare Lukaku a Milano per un leggero affaticamento suona come una conferma). Il Barcellona, però, è sempre il Barcellona, e a voler essere proprio concreti conta più del campionato (una sconfitta contro la Juve lascerebbe tutte le possibilità aperte, mentre ritrovarsi con un solo punto dopo le prime due partite rischia di pregiudicare il cammino in coppa).

L’occasione è ghiotta perché la Juventus dopo il mercato un po’ incerto di quest’estate e i lavori in corso di Sarri non è mai sembrata così vicina. Anche il Barcellona pare quantomeno “giocabile”, fra la crisi di risultati (è solo quarto in Liga), gli acciacchi di Messi e vari problemi interni. Soprattutto, è l’Inter ad essere diversa, immagine e somiglianza di Conte, più forte (il miglioramento di difesa e centrocampo è evidente), più convinta. Il significato della doppia sfida va oltre il risultato, la classifica, la qualificazione: è un esame di maturità. Come accaduto giusto in due-tre occasioni nell’era post Triplete, l’Inter si presenta a un appuntamento chiave della stagione con l’ambizione e la convinzione di potersela giocare. E di poter tornare grande. Quando è successo in passato, ha sempre fallito, cadendo rovinosamente. Come fece Spalletti l’anno scorso anno. Altre volte (Spalletti il primo anno, Mancini nel 2015) la prova fu anche superata e il crollo arrivò dopo. Perché gli esami non finiscono mai, specie per l’Inter. Questo, però, è il primo momento della verità per i nerazzurri. Due grandi partite, due grandi prestazioni (e magari altrettanti risultati positivi, almeno uno come obiettivo minimo) per dimostrare quanto vale la nuova Inter di Antonio Conte. Domenica sera di certo se ne saprà di più.

Twitter: @lVendemiale

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