Se il presidente del Consiglio oggi fondasse un proprio partito riceverebbe il 21% dei voti. Un’ipotesi che cambierebbe radicalmente l’attuale fotografia data dai sondaggi: la Lega crolla di quasi 5 punti rispetto al mese di maggio, mentre resta stabile o cresce il consenso per i due partiti che compongono il nuovo esecutivo, Pd e Movimento 5 stelle. Il partito di Conte sarebbe apprezzato soprattutto dagli attuali elettori del Movimento: il 59 per cento di loro voterebbe il leader. Se si andasse al voto oggi, comunque, tolta l’ipotesi di un gruppo politico guidato dal premier, il primo partito resta il Carroccio con una percentuale che oscilla, a seconda dei sondaggi, tra il 32 e il 33%, secondi i dem che piacciono quasi a un italiano su quattro. Il partito di Luigi Di Maio, invece, recupera in parte i voti persi alle europee, con una percentuale di consensi che oscilla tra il 19,7 e il 22 per cento. Non c’è una maggioranza netta. Il presidente del Consiglio continua a ispirare fiducia agli italiani: piace a quasi un italiano su due. È la fotografia che restituiscono due diversi sondaggi, uno condotto da Demopolis e presentato l’11 settembre a Otto e Mezzo su La7, e l’altro presentato da Emg e trasmesso da Agorà su Rai 3.

Le intenzioni di voto – Se si votasse domani secondo il sondaggio di Otto e Mezzo la compagine dell’esecutivo arriverebbe al 45%, sommando il 22 del Movimento e il 23% del Pd. Se a questa percentuale, poi, si aggiungono le percentuali degli altri partiti di centrosinistra, si toccherebbe il 48 per cento. Di poco più bassa la percentuale che raggiungerebbe il centrodestra: sommando i numeri di Fratelli d’Italia, al 6,8 per cento, di Forza Italia, al 6,7 e della stessa Lega, al 32,5 nonostante la perdita di cinque punti percentuali rispetto al 5 agosto, arriverebbe oggi al 46%. Poco più bassi i numeri proposti da Emg Aqua.

Domani, alle urne, la Lega otterrebbe il 33,3% dei consensi, seguita dal Pd al 23%. I 5 stelle secondo il sondaggio realizzato per Agorà arriverebbe al 19,7 per cento, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia si attesterebbero rispettivamente al 7,8% e al 7 per cento. Il nuovo esecutivo, quindi, sommando anche le piccole percentuali dei gruppi di centrosinistra, raggiungerebbe per Emg il 47,1 per cento, mentre il centrodestra raggiungerebbe il 48,1 per cento. Numeri in linea con quanto stimato da Euromedia e da Noto per Porta a Porta, che dava l’ipotetica coalizione al 44 per cento, in controtendenza rispetto ai sondaggi di Ixè per Carta Bianca, secondo cui Movimento 5 stelle e centrosinistra insieme arriverebbero al 50,2.

Il gradimento verso il nuovo esecutivo – A una settimana dal giuramento al Quirinale, secondo i dati raccolti da Emg Aqua, 6 italiani su 10 avrebbero preferito andare alle urne. Fa eccezione l’elettorato Pd: il 78% degli intervistati dem si è detto contento della scelta di formare il nuovo governo senza passare per le elezioni. Diversa invece la posizione dei votanti M5s: tra questi solo il 60% è a favore della strada intrapresa, mentre il 39% avrebbe preferito esprimersi tramite il voto. Il nuovo Governo secondo il 30 per cento degli elettori è da considerare “di sinistra”, mentre per il 47% è di “centrosinistra”. Solo un italiano su 10, infine, lo considera un esecutivo “di centro”. Nell’elettorato, comunque, è comune la fiducia nei confronti del premier Giuseppe Conte: lo apprezza il 43 per cento degli intervistati. Percentuale che poi sale al 53% se si considera invece la stessa domanda fatta da Demopolis. Seguono Matteo Salvini, che per Emg piace al 41% degli elettori, poi Giorgia Meloni al 29% e Luigi Di Maio al 27%. Nicola Zingaretti al quinto posto, 24%. Tra le domande anche l’ipotesi di un partito guidato dal presidente del Consiglio. Un’ipotesi che piace al 21 per cento degli elettori che, intervistati da Emg, hanno dichiarato che lo voterebbero. Di questi il 15 per cento ha risposto probabilmente, mentre il 6 per cento lo farebbe sicuramente. Il consenso maggiore viene dagli attuali elettori del Movimento 5 stelle: il 17 per cento sposterebbe il proprio voto sull’attuale premier, mentre il 42 lo farebbe “probabilmente”. Guardando invece alla totalità dell’elettorato le percentuali scendono drasticamente: solo il 6% darebbe certamente il voto a Conte.

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