“È nel mio reparto, ti posso assicurare che è cosciente”. Le Parisien riporta un dialogo tra due infermieri sulle condizioni di Michael Schumacher, l’ex pilota di Benetton e Ferrari, ricoverato negli scorsi giorni in un ospedale parigino per essere sottoposto a una terapia sperimentale con le cellule staminali. Il quotidiano specifica che la frase non permette di comprendere nulla di più sulle condizioni di salute del 7 volte campione del mondo, che martedì pomeriggio ha ricevuto la visita dell’amico Jean Todt, rimasto in sua compagnia per quasi un’ora.

Negli scorsi mesi era stato proprio l’ex team principal della Ferrari e ora presidente Fia a raccontare in due occasioni dei suoi incontri con Schumacher. Nel dicembre 2018, in un’intervista ad Auto Motor und Sport, aveva detto di aver “visto con lui” un gran premio nella sua residenza svizzera. A luglio, invece, aveva spiegato che l’ex pilota sta “facendo buoni progressi” nel recupero delle sue condizioni fisiche dopo la caduta sugli sci che sei anni fa lo ridusse in coma. “Sono sempre attento con tali affermazioni, ma è vero”, aveva specificato aggiungendo nuovamente di aver “visto l’ultima gara insieme a lui”.

Poi lunedì era arrivata la notizia del trasferimento di Schumacher in ambulanza da Gland a Parigi per il trattamento all’ospedale Georges-Pompidou sotto la supervisione del professor Philippe Menasché, cardiochirurgo 69enne che nel 2014 è diventato il primo al mondo a eseguire un trapianto di cellule cardiache embrionali su un paziente un una insufficienza cardiaca. Schumacher, che sarà dimesso oggi, è arrivato a bordo di un’ambulanza, protetto dalla massima segretezza, per essere ricoverato nel reparto di chirurgia cardiovascolare dell’istituto.

Lì, per la terza volta negli ultimi mesi, il tedesco è stato sottoposto a una serie di trasfusioni di cellule staminali per ottenere un’azione antinfiammatoria sistemica mirata ad evitare un cedimento dei tessuti di organi come cuore e fegato dopo tanti anni di coma e immobilizzazione, evitando così complicazioni cardiache o epatiche.

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