“Della tv Mike Bongiorno è stato un pioniere e quindi un vero e proprio simbolo, una popolarissima icona che con modi semplici e ironia ha saputo parlare agli italiani di diverse età. I suoi motti, i suoi quiz, la sua “allegria” resteranno nella storia delle comunicazioni”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Matarella, che in una nota ricorda, a 10 anni dalla sua scomparsa, il volto storico della televisione italiana.

Mike Bongiorno, scomparso l‘8 settembre del 2009 a Monte Carlo, stroncato da un improvviso infarto, è stato il Re dei quiz. Il suo nome è simbolo di una stagione dei programmi di intrattenimento che vanno da Lascia o raddoppia a Rischia tutto. Nato nella Grande Mela nel 1924 aveva lavorato come giornalista e conduttore radiofonico, prima di tornare nel Paese natale dei suoi genitori. Dalla tv pubblica a Mediaset a Sky, è stato un punto di riferimento per diverse generazioni di italiani.

“Il nome e la personalità di Mike Bongiorno – scrive il capo dello Stato – hanno segnato gli esordi della televisione italiana e ne hanno accompagnato lo sviluppo per oltre mezzo secolo”. “Ha tenuto a battesimo le trasmissioni della Rai – aggiunge nel ripercorrere la carriera del conduttore – e poi la stagione del pluralismo delle emittenti televisive. Non si è mai fermato nelle sue sfide professionali: progettava ancora nuovi programmi su nuove piattaforme quando le forze gli sono venute meno”.

Pippo Baudo in un’intervista al Fatto Quotidiano, in cui racconta il suo rapporto con il “rivale-amico” (“Guarda che dobbiamo sfotterci il più possibile perché gli italiani adorano le contrapposizioni, dobbiamo diventare come Coppie Bartali” aveva detto Mike al collega), parla della metamorfosi della tv. Da quella della Prima Repubblica, di cui personaggi come loro erano tra i protagonisti, a quella di oggi che “è cambiata in peggio, perché pochi sanno fare il vero varietà”. Un erede di Bongiorno? “Ci sono ottimi professionisti, ma con le caratteristiche di Mike non vedo nessuno”.

“Si calava di proposito nel ruolo dell’italiano medio, ma non mediocre”, dice Pippo Baudo ricordando la “Fenomenologia” di Umberto Eco. Con le sue gaffes umane (basti pensare all’indimenticabile “Ahi ahi Signora Longari, lei mi è caduta sull’uccello!”) e il suo approccio ha avuto infatti la “capacità di entrare nelle case degli italiani” diventando quasi “uno di famiglia”, commenta la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

“Un galantuomo: colui che più di chiunque altro ha rappresentato lo spirito pop della tv” ricorda in un tweet Fabio Fazio. “Il destino mi ha regalato la sua amicizia. Oggi – aggiunge Fazio, che lo aveva intervistato a Che tempo che fa pochi mesi prima della sua scomparsa – ricordi ed emozioni si confondono e Mike mi manca“.

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